CAMPOBASSO _ La Regione Molise, a decorrere dal 17 settembre u.s., ha 5 strutture totalmente scoperte nel Servizio Prevenzione e Tutela Ambientale presso l’Assessorato all’Ambiente. In pratica la Regione non può dare informazioni sulla qualità delle acque, sui siti inquinati, sulla rumorosità e sui programmi speciali, non può eseguire istruttorie e controlli per le emissioni in atmosfera, per la gestione dei rifiuti, per la trasmissione di dati obbligatori al Ministero e/o all’Unione Europea, né potranno eseguirsi istruttorie e pagamenti per le Delibere CIPE o per pratiche inerenti il POR o i fondi FAS.

In un territorio dove sono presenti industrie chimiche ad alto rischio, un termovalorizzatore che brucia fino a 100 mila tonnellate di rifiuti annui, inceneritori di rifiuti speciali ospedalieri, centrali a biomasse, discariche, corsi d’acqua in cui finisce di tutto come accade per il torrente Rava ma anche al Biferno, non c’è più una struttura regionale di riferimento deputata a informare, controllare e istruire richieste.

Secondo una nota del Responsabile del Servizio del 6.9.2010 Prot. 0017306/10 potrebbe configurarsi l’interruzione di pubblico servizio con tutte le conseguenze penali e erariali connesse. Una situazione di inaudita gravità segnalata in ben 9 note pregresse dal funzionario che chiede di essere trasferito ad altro Servizio per la materiale impossibilità ad assolvere al proprio ruolo. Com’è possibile che negli ultimi 6 anni in una struttura dove si sono avvicendati 5 Assessori e 5 Direttori Generali nessuno si è adoperato per assicurare la necessaria dotazione organica in uffici che si occupano di compiti delicatissimi per l’incolumità di migliaia di persone. Al fine di risolvere responsabilmente la situazione emergenziale creatasi sollecito atti, efficaci e urgenti, che preservino il Molise da gravi rischi ambientali e sanitari, in un periodo in cui giacciono presso l’Assessorato centinaia di istanze che toccano le materie dei rifiuti, dell’aria e dell’acqua.

Michele Petraroia

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