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LARINO _ “La notizia mi ha sconvolta: ho appena saputo che è morto Nino Carnevale in un incidente di moto stanotte. Domani ci sono i funerali, ma non so dove“. Chiamo il mio amico e suo collega e mi conferma la notizia e dopo un pò mi arriva un suo sms: “sono triste ed ho bevuto …è sconvolgente caro Zv e domani ci sarò anch’io“. Una giornata di sole con bagnanti in riva al mare, bimbi che giocano nell’acqua, rondini estive che descrivono parabole di movimenti indisturbate dalle diverse nuvole che coprono l’azzurro di questo cielo di Luglio e “Sorella Morte”, indisturbata ed indifferente, Lei da sempre, che, come sempre, ricorda a tutti che “… non sappiamo dove e quando .. ma, è certo, ci sarò anch’io al Suo appuntamento”.

Quanti ricordi, quante emozioni belle e allegre con Nino. Nessuno, di quanti sono venuti a porgergli l’estremo saluto, ricorda un suo gesto sgarbato o offensivo, anche quando per dovere di funzione e professione ha svolto incarichi anche prestigiosi, come quello al Conservatorio o in quelli dell’Uffico Scolastico Regionale e della scuola, l’Alberghiero di Termoli, dove lavorava. Uomo dolce, discreto, garbato, allegro e di compagnia, che “Sorella Morte”, ironia della sorte, ha voluto solo ed unico al Suo appuntamento su quella strada improvvisamente impazzita ed inclemente.

La strada, appunto, quella strada della vita di ciascuno di noi sulla quale siamo certi: “.. a me non può accadere” … eppure quanti accadimenti ci rendono tutti un pò più incerti ed uguali sui sentieri di vita che percorriamo e Lei, incomoda Vegliarda, a ricordarci che siamo tutti in fila e senza numero. Come nel gioco della sedia, che abbiamo fatto insieme con Nino e con i nostri studenti di ieri: non si sa chi, ma uno esce! Caro Nino con affetto verso te, la tua Compagna, i tuoi cari, i tuoi amici e colleghi, prendo in prestito parole scritte da un tuo collega Vagabondo, per alzare un calice di saluto, come quando tu celebravi con noi la vita: . Grazie Nino.

Z’ Vassilucc’e