La conferenza stampa
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TERMOLI – Rimproverò due giovani che facevano chiasso sotto casa sua in piena notte e, loro, per tutta risposta lo picchiarono tanto da fargli perdere la vista a un occhio. Il fatto, avvenuto in via Ruffini a Termoli, risale al 6 gennaio scorso.

I due, uno di Termoli, l’altro di Città Sant’Angelo, accusati di lesioni gravissime in concorso, sono stati arrestati dai Carabinieri di Termoli in esecuzione di ordinanza di custodia, ai domiciliari, firmata dal Gip Aldo Aceto su richiesta della Procura della Repubblica di Larino. Entro cinque giorni dovranno essere interrogati per la convalida. Rischiano da 6 a 12 anni di carcere. Si tratta di un termolese di 19 anni: D.M. e di un coetano originario dell’Albania ma residente a Città Sant’Angelo dove gioca nella quadra di calcio del paese.

I due non sembrano abbiano gradito il rimprovero della “vittima”, un fabbro di 46 anni, residente in via Ruffini. L’uomo è stato bloccato dal termolese mentre l’albanese lo tempestava di calci e pugni in tutto il corpo. Ma un cazzotto sferrato violentissimo al volto, gli ha lacerato profondamente l’occhio sinistro tanto da fargli perdere la vista.

Il Comandante dei Carabinieri di Termoli Paolo Nichilo è stato chiaro nel corso della conferenza stampa di oggi: “l’accusa a carico dei due è di lesioni gravissime in concorso, aggravata dall’efferatezza dell’aggressione per futili motivi. Rischiano da 6 a 12 anni di carcere. Le indagini sono state lunghe ma siamo giunti alla fine mettendo insieme una serie di elementi a carico dei due responsabili grazie anche alla collaborazione dei testimoni”.

I difensori dello sfortunato ringraziano i Carabinieri di Termoli e la Procura di Larino per aver “acciuffato” i due picchiatori. Gli avvocati Carmen Romano, Gaetano Caterina e Massimo Romano hanno inteso “esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dai Carabinieri di Termoli e dai magistrati di Larino su una vicenda tragica che ha determinato non soltanto gravissimi danni permanenti alla vittima, sconvolgendone la vita e quella dei familiari, ma anche particolare allarme sociale per le modalità e la violenza del gesto.”

Un’aggressione efferata, del tutto ingiustificata, condotta da più persone contro il malcapitato, nel pieno centro storico di Termoli, tale da condizionarne le più comuni abitudini di vita quotidiana e comprometterne anche le facoltà e le attitudini lavorative, con risvolti gravissimi sia in termini economici che morali e psicologici – hanno spiegato gli avvocati Romano e Caterina -. Anche nei giorni seguenti all’aggressione, oltretutto, sembra che si sarebbero verificati altri episodi sintomatici, riconducibili agli stessi autori, ai danni della vittima e della famiglia, tali da rendere ancora più insopportabile il gesto inqualificabile e le sue conseguenze”.

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