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CAMPOBASSO _ Come tutti gli anni, il 2 novembre, in occasione della giornata dei defunti, sono stati commemorati gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, caduti nell’adempimento del dovere, sepolti nel cimitero di Campobasso. Alla breve, ma sentita cerimonia, hanno partecipato il Capo di Gabinetto della Prefettura, Dr.ssa Laura Scioli, il Comandante della Legione Carabinieri, Generale Gianfranco Rastelli ed il Vicario del Questore, Dr. Francesco Cristiano. Qui a Campobasso riposano, infatti, le spoglie del Carabiniere Elio Di Mella e dell’Appuntato di Pubblica Sicurezza Nicola Mignogna, che sacrificarono la vita per adempiere il loro dovere. Il Carabiniere Elio DI MELLA era nato a Morcone (BN) nel 1952; il 7 ottobre 1982 il militare stava effettuando unitamente ad altri tre militari dell’Arma un servizio di traduzione di un detenuto a grande sorveglianza dalla casa circondariale di Campobasso a quella di Avellino, quando all’altezza della rampa di uscita di Avellino Est dell’autostrada A16 un’autovettura si affiancò a quella dei militari. Ne uscirono sei uomini tutti armati che obbligarono i militari a scendere dal mezzo e li disarmarono; DI MELLA nell’occasione tentò di reagire ma fu dapprima colpito alla testa dal calcio di un’arma e successivamente da due colpi d’arma da fuoco che lo attinsero mortalmente. I malviventi prelevarono dall’auto il detenuto, personaggio di spicco della Nuova Camorra Organizzata poi deceduto in un attentato nel 1990, e si diedero alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

Elio DI MELLA ha lasciato una vedova ed un figlio. L’Appuntato di Pubblica Sicurezza Nicola MIGNOGNA, 42enne, il 2 febbraio 1967 insieme a due altri colleghi era impegnato nelle ricerche di alcuni rapinatori quando riconobbe in Via Monsignor Bologna, (a quel tempo una strada di periferia di Campobasso) un criminale comune da lui arrestato tempo prima. Al controllo degli agenti il pregiudicato estrasse una pistola minacciandoli; l’appuntato MIGNOGNA riuscì a disarmarlo ma il criminale estrasse una seconda pistola facendo fuoco contro i poliziotti. L’appuntato MIGNOGNA venne colpito da quattro pallottole e morì prima di raggiungere l’ospedale. Gli altri due colleghi vennero gravemente feriti. Uno di loro riuscì a rispondere al fuoco ed a ferire a sua volta l’aggressore, il quale fu arrestato pochi giorni dopo dalla Polizia ad Ancona. Nicola MIGNOGNA era sposato e padre di quattro figli in tenera età.