Una varietà di mais, o come viene detto in Molise, granone, che già nei mercati anteguerra spuntava un prezzo di ammasso maggiore. L’obiettivo dell’Associazione è anche quello di riabilitare il lavoro dei piccoli agricoltori, creando delle filiere corte che possano dare maggiori guadagni ai produttori e soprattutto affermare i valori del prodotto naturale, autoctono e soprattutto gustoso. Una dimostrazione pratica della bontà dell’Agostanello è stata fornita dai piatti preparati per l’occasione da Melina Tanno e degustati nel momento culinario che è seguito all’incontro: lingua di vitello con pizza di grandinje, per cominciare, e tutte le varianti alla polenta, per finire ai dolci sempre e solo a base di mais. Un’insieme di momenti dedicati alla riscoperta di antiche ricette. La diversità biologica e genetica di una regione costituiscono un patrimonio rurale ed una risorsa.
Il recupero e la valorizzazione delle piante antiche può rappresentare una concreta prospettiva di utilizzazione produttiva e di fruizione agrituristica e naturalistica del territorio. In questa ottica ha suscitato interesse ed apprezzamento l’idea dell’ orto dei frutti dimenticati. A questo primo evento, patrocinato dalla Regione Molise e dalle Province di Campobasso e Isernia, seguiranno altri incontri dove Amministrazioni e Produttori collaborano per la riscoperta di “semi, piante e animali antichi” da tutelare e trasportare in un2Arca Sannita iseale, custode di un patrimonio molisano unico ed irripetibile.