Francesco Roberti ha parlato dell’inchiesta della DDA di Campobasso durante la seduta monotematica del Consiglio Regionale.

CAMPOBASSO – Presieduto dal Presidente Quintino Pallante, si è svolta questo pomeriggio una seduta del Consiglio regionale. L’Assise ha esaminato, discusso e approvato a maggioranza una mozione presentata dai Consiglieri Fanelli, Primiani, Greco, Gravina, Salvatore, Facciolla e Romano avente ad oggetto: “Promozione, Costituzione Consulta regionale per la legalità. Impegno alla Giunta della Regione Molise”. L’atto di indirizzo è stato presentato all’Aula dalla prima firmataria, Consigliera Micaela Fanelli. Sono seguiti gli interventi per esprimere le rispettive posizioni e le conseguenti intenzioni di voto dei Consiglieri Andrea Greco, Roberto Di Pardo, Antonella Salvatore e Roberto Gravina, del Sottosegretario Vincenzo Niro, degli Assessori Andrea Di Lucente e Michele Iorio, del Presidente della Regione Francesco Roberti.
In particolare, nella parte motiva della mozione si è evidenziato che la Regione Molise deve avere un ruolo di stimolo e di coordinamento per la tutela della legalità e, come tale, costituire una Consulta Regionale per la Legalità al fine di sostenere le azioni di contrasto messe in atto da altri Enti ed Associazioni contro la criminalità organizzata e i comportamenti mafiosi, ritenendo inoltre indispensabile procedere in un’ottica di rete e in maniera condivisa.
La Consulta, secondo il testo approvato dall’Assise, deve perseguire le seguenti finalità:
- La tutela delle istituzioni democratiche come strumento di prevenzione e contrasto a comportamenti improntati all’illegalità;
- La promozione e diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva;
- Lo studio, la proposta e lo stimolo delle iniziative di competenza dei vari livelli istituzionali presenti sul territorio;
- La collaborazione con gli enti locali nella programmazione e nell’elaborazione di iniziative nel settore della sicurezza e della tutela del cittadino, con particolare riguardo al tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e alle azioni di contrasto delle attività criminose;
- La diffusione della cultura della legalità nel territorio regionale con azioni di educazione alla legalità e di promozione della cittadinanza attiva, anche attraverso l’utilizzo di linguaggi e metodologie innovative e con il coinvolgimento degli istituti scolastici e dell’università;
- La ricognizione dei soggetti e degli organismi attivi sul territorio molisano, allo scopo di avviare percorsi, collaborazioni e intese, per migliorare la qualità del vivere civile e realizzare la giustizia sociale;
- Il monitoraggio dei fenomeni criminosi presenti nel territorio e la promozione di studi e ricerche in materia di sicurezza e tutela del cittadino.
Pertanto, il Consiglio regionale ha chiesto alla Giunta di attivare tutti i procedimenti e gli atti necessari per promuovere la costituzione della Consulta regionale per la legalità, coordinando la relativa attività con altri soggetti operanti per la medesima finalità. Si è chiesto altresì all’esecutivo di impegnare nel bilancio di previsione regionale una somma per la diffusione della cultura della legalità e l’implementazione di reti e soggetti che promuovono tale obiettivo.
Dopo gli interventi dei vari consiglieri il Presidente della Giunta Regionale del Molise, Francesco Roberti, è intervenuto alla fine della seduta, salutando i presenti e ringraziando i consiglieri per le loro opinioni: «Saluto tutti i presenti in aula e soprattutto ringrazio i consiglieri che in questa giornata hanno espresso ognuno la propria opinione. Io, così come ho detto e ho fatto in precedenza, per il rispetto che porto alla magistratura e ai pubblici ministeri, se devo dire qualcosa devono essere per prima loro a sentirmi e non a fare io il processo in piazza o a raccontare cosa penso e cosa dico. Quindi è evidente che su questo argomento che riguarda la chiusura delle indagini non ho detto niente prima, durante e forse non parlerò nemmeno dopo. Ma una cosa devo dire al consigliere Greco che mi ha detto: “Non so come faccia lei, Presidente, ad essere tranquillo e sereno”. Sono tranquillo e sereno perché so quello che ho fatto.
Non è la prima volta oggi; oggi poi ha detto altre cose di cui vengo a ribadire. E io gli ho detto l’altra volta, che poi lei ha abbandonato l’aula, gli ho detto: consigliere Greco, io sono tranquillo e sereno perché ho la coscienza a posto di quello che ho fatto come sindaco, come presidente di provincia e come, diciamo, componente del consorzio industriale. Quando sono stato al consorzio industriale due volte in due anni, per votare solo esclusivamente il bilancio del consorzio industriale, ma vi erano anche un presidente e oggi un vicepresidente che sta nella commissione antimafia al consorzio industriale che se ci fossero stati elementi concreti di infiltrazione mafiosa non credo che il senatore della Porta non se ne fosse accorto; anzi, è più facile che se ne accorgevano loro che io come sindaco, visto che nel 2021 i sindaci erano in prima fila per il Covid.
Ma al di là di questo, le posso assicurare che è vero quello che dice lei: “che i primi venti giorni di tempo mi sono dovuto occupare di capire quali fossero gli atti”. Gli atti in mio possesso riguardano tre intercettazioni ambientali in un anno. Detto questo, parlare in pubblico con presenza di altre persone, quindi so e ho avuto la conferma di quello che ho detto e di quelli che sono stati gli atti successivi o i comportamenti successivi. Quindi ho la coscienza tranquillamente a posto per continuare a lavorare in maniera serena e concreta, così come ho fatto in questo periodo per la Regione Molise, a partire dall’ultimo incontro che ho fatto con il ministro per la Protezione Civile, dove ho ribadito che per la Regione Molise non sono stati mai messi o appostate somme per la ricostruzione delle prime case. Non ci sono, non sono state mai messe, perché quelli che c’erano dati li abbiamo già tutti cantierati, che riguardano fondi per gli immobili pubblici, fondi per le chiese, e da quel pentolone siamo riusciti né più né meno che a fare una stima che ad oggi ci potrebbero essere né più né meno che 2 milioni e mezzo, ma che non basterebbero se non per chi oggi, tra l’altro, è fuori casa e non ha nemmeno più l’autonoma sistemazione per procedere a sistemare quelle unità immobiliari.
Per cui, su quello che invece mi trova convintamente al suo fianco è che ‘il tempo è galantuomo’. Poi ognuno esprime i propri giudizi nei propri modi e ognuno si assume le responsabilità di quello che dice e di quello che fa. E io sono contento per lei che probabilmente è arrivato anche il momento delle sue soddisfazioni personali, che poco contano, poco contano però servono anche quelle, ed è per questo che più di mille parole su questo argomento preferisco un solo silenzio per parlare quando sarà il momento.
Consigliere Romano, – continua Roberti – io sono sempre stato consequenziale, però quando viene chiamato il presidente del Consiglio a riferire in procura, anche per una questione di rispetto delle indagini, la politica tace. Oggi posso dire che con atto confermato da ieri, c’è stato un provvedimento di richiesta a giudizio di qualcuno per quegli argomenti trattati ed è arrivata in regione quale parte lesa… ma no ha capito, ha capito il consigliere Romano.
Per cui se poi volessimo parlare della mozione, che io non vedo perché non dovrei votare questa mozione, non mi devo nascondere. Non ho mai dubitato, anche come diceva il consigliere Gravina, che da presidente di provincia facevo parte del comitato di sicurezza e ordine pubblico, per cui ero sereno allora, lo sono oggi e lo sarò anche domani. Che poi la politica ognuno faccia il proprio ruolo ed è giusto, nessuno lo mette in dubbio, ma se questo argomento qualcuno a livello nazionale, come ha detto il presidente, l’ex presidente Iorio, è una materia molto scivolosa, soprattutto quando si parla di rifiuti o si capiscono o si fa brutta figura.
Così quando si parla di DDA, non è la prima inchiesta che fa la DDA in Molise dal 2010 ad oggi, ne ha fatte circa 6-7, quindi chi è attento a questi argomenti sicuramente guarda ciò che capita, ciò che succede, osserva e crea anche i giusti anticorpi a determinate situazioni. Certo, l’inchiesta è un’inchiesta molto complessa partita nel 2018 e nel tempo poi ha preso diversi indirizzi, quindi ognuno deve studiare la parte dove lui può essersi ritrovato e dire cosa ci faceva lì e spiegare cosa ci faceva perché ad oggi questa inchiesta è molto formata su quelli che sono gli elementi probatori. Altrimenti, se ci fossero stati elementi concreti, se io fossi stato concretamente corrotto, giustamente mi avrebbero dovuto arrestare, com’è giusto che sia, al di là se ero il presidente della regione o il sacrestano della chiesa di Padre Pio.
Quindi il lavoro che è stato fatto dalla magistratura e che oggi giustamente la magistratura è lì e, come dice Di Pietro, quando il magistrato ti chiama, devi andare a riferire al magistrato. Io ho chiesto di andare a riferire dal magistrato, i processi invece li facciamo noi politicamente. La magistratura ha i suoi comportamenti retti e corretti, i passaggi, gli step sono quelli, e non vuole essere tirata per la giacchetta da una parte all’altra, il magistrato vuole sapere la verità, se uno è colpevole o se è innocente, e il mio rispetto di silenzio si basa proprio su questo. Non sono andato in piazza facendo l’isterico, ‘oh io sono innocente’, ho la mia convinzione e ho chiesto di dimostrare con i fatti la mia innocenza. Punto.
Diverso, invece, se l’atteggiamento viene fomentato, così come qualcuna ha ribadito, che a livello nazionale bisognava ‘picchiare duro’ e infatti un solo giornale ci ha giocato per tre giorni successivi, gli altri una sola uscita, lettera morta. Allora mi chiedo, e va da sé, che questa è stata una strumentalizzazione politica o si voleva, come dire, ricercare i fatti.
Allora io dico, noi molisani attendiamo, atteniamoci ai fatti, le strumentalizzazioni politiche che ho visto venire personaggi da Roma a fare sfilate a Termoli, e che poi sinceramente mi dispiace dirlo non è nemmeno riuscita perché in un paese piccolo come il nostro ci si conosce tutti, ma chi vuoi che credeva che il consigliere Greco avesse a che fare con la camorra? Consigliere Greco, ad Agnone credo che la conoscono da quando è nato. Per cui non aveva da dover dimostrare niente, ha fatto giustamente e legittimamente la propria difesa della propria persona e della propria famiglia.
Però vorrei anche dire una cosa, e su questo forse la politica ci deve andare molto più cauta, perché bisogna sempre distinguere il ruolo politico e l’atteggiamento che uno assume in politica, perché il ruolo politico è dare risposta a tutti, l’atteggiamento politico invece è utilizzare la tua posizione per dare le risposte a chi ti è simpatico e a chi non ti è simpatico. E chi invece riveste carattere istituzionale, ciò che è di diritto è di diritto a tutti, ciò che non è di diritto non è di diritto a nessuno, nemmeno con le forzature.
Quindi se dovessi dare un giudizio su questa giornata, nulla quaestio, interventi sono tutti legittimi, corretti, nei giusti toni e forse serviva anche questo per far capire la maturità di questo consiglio di ciò che dovrebbero essere determinati atteggiamenti anche verbali. Perché io ho osservato tutto in questi due mesi, anche le invettive contro la Schlein attraverso i social, tutto, e posso dire che il più delle volte è la politica che ha deviato il buon senso dell’atteggiamento dei cittadini, è la politica che ha fomentato quell’atteggiamento di pochi, per fortuna di pochi, violento e denigratorio. Qualcuno ci ha fatto anche la propria fortuna politica su questo atteggiamento di dissenso, ma è proprio su quello che bisogna recuperare il buon senso.
E il buon senso, consigliere Gravina, non lo si fa scrivendo all’ANAC, scrivendo perché se partiamo con questi principi noi amministratori nel momento in cui io scrivo all’Autorità Nazionale all’anticorruzione, che già io personalmente gli ho fatto tre ricorsi da sindaco all’ANAC, perché è un parere dell’ANAC, i giudizi li danno i giudici, non dobbiamo fare delle confusioni, cioè se io ho qualcosa che sono convintamente che quell’azione fatta, quel provvedimento fatto è corretto, non lo dice l’ANAC, lo dicono i giudici. Per cui, spesso e volentieri, anche per insana abitudine nel comune di Termoli, di conferenze, di incontri con l’ANAC, ne ho fatte almeno 12 e in almeno 12 occasioni parlando con altri tecnici ingegneri su 11 ho avuto ragione, sul 12º mi hanno detto sì, ma il problema non sono io che sono ingegnere, perché poi ci sarà all’interno del comitato un avvocato che scriverà le cose.
Perché io tecnicamente ho capito quello che lei mi ha detto, e ad oggi sul comune di Termoli di sette avvisi di garanzia io sono stato su tutti e sette prosciolto, compreso ad essere stato denunciato per l’aggiornamento della documentazione del documento valutazione rischi durante il Covid, dove mi avevano chiesto un’archiviazione per il 131, e mi sono opposto e dopo l’opposizione lo stesso giudice ha detto non ci sono elementi per poter procedere a un processo. Perché anche lì, quando sono cose tecniche, devi spiegare che significa essere il datore di lavoro. E voglio ribadire a tutti quanti i sindaci che il datore di lavoro, lo dice la legge, è quello che in qualche maniera prende le decisioni. Ma c’è una cosa importante, deve avere il portafoglio, e i sindaci il portafoglio se non quello personale non ce l’hanno. Un sindaco per comprare un estintore deve fare una delibera di giunta, lo deve tenere all’interno del proprio bilancio, e sennò poi deve fare la variazione di bilancio, glielo deve approvare il consiglio e poi forse ci sarà l’impiegato che attraverso una gara farà una determina. Quindi vediamo se questo datore di lavoro urgentemente interviene per acquistare un estintore. Però queste forzature continuano a non voler essere guardate attentamente da chi di dovere, e la politica più delle volte finisce nella bufera.
Consigliera Fanelli ha detto una cosa giusta: se ci fosse stato ancora il reato di abuso d’ufficio, questo era un reato per cui mi veniva contestato eventualmente l’abuso d’ufficio, salvo poi verificare se gli atti rilasciati dalla struttura, perché anche qui dobbiamo ribadire che c’è la Bassanini. Non va l’assessore a entrare nei procedimenti, non va il presidente a entrare nei procedimenti. Perché se succede questo basta chiamare il funzionario dirigente e dire ‘Ma quando tu hai fatto quell’atto è venuto qualcuno a chiedertelo di fare sì o no o l’hai fatto in autonomia?’ E poi immaginiamoci se un assessore va su tutti i procedimenti amministrativi, vuol dire che non fa l’assessore. L’assessore deve verificare che tutto procede in maniera imparziale e che il protocollo non è un mero registro dove si iscrivono le pratiche che arrivano, hanno un’esigenza di temporalità che devono essere espletate e visionate quelle pratiche secondo quello che è il tempo anche del protocollo. Non può essere l’ultimo che protocolla ottiene i provvedimenti e il primo che ha protocollato sta ancora lì alle calende greche. Quindi l’azione amministrativa oggi è fatta in maniera impeccabile, impeccabile basta saper dimostrare con i fatti che ciò che si produce si produce perché è quello del rispetto del diritto amministrativo.
Per cui, su quello che riguarda la mozione per creare anche qui la consulta, nulla questio anzi probabilmente dopo quello che avete detto sarei l’unico a non dover toccare palla perché sarei in un conflitto di interesse, visto che lo dovrebbe fare la giunta, dovrebbe costituire la consulta. Però io vorrei gli indirizzi dal consiglio di come deve essere costituita questa consulta, se ci sono degli indirizzi fateceli arrivare, se ci sono nel deliberato la costituiamo. L’unica cosa che vi posso dire è che per quanto riguarda le risorse necessarie bisogna in qualche maniera attenzionare in questo periodo che stiamo redigendo il bilancio alla struttura competente e capire quali azioni vogliamo mettere in campo e quali risorse vogliamo utilizzare per diffondere il concetto della legalità, partendo così come è stato detto nelle scuole, nelle piazze, ma soprattutto credo che sia necessario anche all’interno del sistema politico. Perché il più delle volte i primi a voler far finta di non capire è la politica. E allora sotto questo aspetto io dico che si può fare la differenza.
Vedete, anche a me è dispiaciuto che il Molise è finito in prima fila ai dolori giganti, perché tre sono gli argomenti sensibili ai cittadini oggi: mafia, rifiuti e pedofilia. Però la procura quando ha comunicato la chiusura delle indagini è stata attenta e accorta a dire che il presidente della Regione Molise con altri professionisti non c’entra sull’aspetto dei rifiuti e della mafia, perché erano filoni molto differenti chiusi in maniera molto differente. Pensate che se vi suonate tutte le carte, che io le ho fatto in venti giorni, ho questa capacità, ci sono quattro memory, si chiama memory 1, memory 2, memory 3, memory 4 e ognuno sta dentro il suo memory.
Per cui non è che io mi vado nascondendo, – ha concluso Roberti – ci mancherebbe assolutissimamente. Viceversa, osservo, ascolto, quando mi sarà data l’occasione la possibilità di difendermi lo farò e quando riterrò opportuno tutelare la mia immagine anche questo non mi sottrarrò. Né accetto carità pelosa, né faccio miracoli divini per gli altri, perché l’ipocrisia non alberga nel mio cuore. Anzi, è più probabile che io dica un sì convinto anziché un no che poi diventa ni, e se dico sì convinto non c’è nulla che mi possa fermare. Per cui vi ringrazio della vostra attenzione. Per quello che mi riguarda non ho difficoltà a votare la vostra mozione, così come non ho difficoltà a far sì che si faccia una legge organica, e forse l’occasione che abbiamo perso quando è stato approvato o si è provato ad approvare il nuovo statuto, anziché fare Guelfi e Ghibellini con la posizione che io vi continuavo a sostenere che era necessario la maggiore rappresentanza all’interno della Conferenza delle regioni. Infatti, oggi mando i consiglieri a rappresentarmi nelle conferenze di regioni sulle deleghe che hanno, così come fanno altre regioni. Forse lì, in quell’occasione, sarebbe stato un momento di maturità per garantire alla Regione Molise uno statuto adeguato ai tempi… grazie».
Alcune dichiarazioni dopo il consiglio regionale:

Roberto Gravina: «Non me ne voglia nessuno, ma in quest’Aula siedono persone con grande esperienza politica. Proprio per questo, nessuno dovrebbe stupirsi della discussione odierna sulla mozione per la Consulta della legalità. Nessuno del centrosinistra ha mai messo in dubbio la presunzione di innocenza che tocca tutti gli imputati, non solo il presidente Roberti: evitiamo atteggiamenti da verginelli e paternalismi di comodo. Ciò che viene richiesto, invece, è una risposta chiara e istituzionale al fenomeno mafioso che, purtroppo, coinvolge anche il nostro territorio».
Così Roberto Gravina, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, è intervenuto in Consiglio regionale durante il dibattito sulla mozione proposta dal centrosinistra per l’istituzione della Consulta della legalità, approvata alla fine della discussione a maggioranza con una evidente spaccatura tra i consiglieri di centrodestra.
«Io personalmente sono consapevole che il presidente Roberti, per quanto riguarda la vicenda in cui è coinvolto, non ha nulla a che fare direttamente con imputazioni legate a comportamenti mafiosi – ha sottolineato Gravina – ma il fatto che si sia ritrovato nel mezzo di una vicenda dai contorni gravi danneggia l’intera politica. È in casi come questi che la Regione dovrebbe dimostrare fermezza, alzando il livello della propria risposta istituzionale. Indignarsi oggi per una discussione aperta e trasparente, quando in passato si è fatto ben peggio sul piano della polemica politica per episodi anche meno rilevanti, è pura ipocrisia. Si è preferito, da parte di alcuni esponenti della maggioranza, ricorrere alla retorica solo per tentare, senza alla fine riuscirci, di silenziare il dibattito, provando a stigmatizzare il confronto invece che affrontarlo come richiedeva una mozione pubblica e trasparente».
Gravina ha ricordato come il MoVimento 5 Stelle abbia già presentato nel 2023 una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione regionale Antimafia: «Non c’è mai stata la volontà politica di portarla avanti. È facile oggi sventolare proposte alternative, ma la realtà è che non si è voluto discutere nulla finché non è diventato politicamente utile farlo. Questo non è un modo credibile di affrontare un tema così serio».
«La disciplina e l’onore – ha concluso Gravina – si esercitano anche nel modo in cui ci si esprime e ci si rivolge agli altri. Personalizzare la discussione o usare toni intimidatori, come purtroppo abbiamo imparato a riconoscere nello stile del presidente Roberti non è il modo corretto per affrontare i problemi reali dei cittadini. Chi governa ha il dovere di essere esempio, non spettatore compiaciuto dei propri automatismi di potere».
Micaela Fanelli: «Dopo settimane di silenzio il Consiglio esprime con chiarezza, seppur non all’unanimità, la posizione della Regione contro ogni forma di malaffare. Alcune buone notizie. La mozione per la Consulta della Legalità che ho presentato come prima firmataria, insieme ai colleghi di opposizione, è stata approvata a maggioranza.
Seconda mezza buona notizia, ieri alcuni consiglieri di centrodestra, in zona Cesarini, si sono lanciati nella presentazione di una PDL per introdurre alcuni istituti utili alla prevenzione dei fenomeni malavitosi. Speriamo si vada oltre la mera presentazione. Un’azione funzionale a bloccare l’approvazione della nostra mozione, saltata. Questa volta il disinnesco di Niro è avvenuto ad opera della sua stessa maggioranza. L’altra metà diventerà completamente buona solo a fine dell’iter della legge e la sua attuazione.
Terza buona notizia, il nostro Consiglio salva la faccia della Regione. Tirate fuori col forcipe alcune dichiarazioni dei consiglieri e del Presidente nella giusta direzione di condannare i fenomeni di infiltrazione; ma soprattutto il pronunciamento politico del Consiglio regionale. Un fatto importantissimo. Perché altrimenti rispetto alla più rilevante operazione della DDA saremmo stati istituzionalmente omertosi. Non lo potevamo permettere.
Male, molto male sul resto. Sulla sostanza delle cose chieste. Vale a dire: che cosa fa la Regione per i rifiuti, per il controllo di quanto sta accadendo sul tema ambientale e per Energia Pulita. Cosa per disinnescare lo sfruttamento sulle fonti energetiche, sulla malversazione ai danni dell’Unione Europea e i finanziamenti agricoli, sul riciclaggio nell’immobiliare che a Termoli ha raggiunto livelli incredibili, sul pizzo e l’usura, sulla droga e la tratta delle donne ridotte in stato di prostituzione. Ci sono cose che può fare, altre che può aiutare a fare, altre che può aiutare a prevenire.
Infine, la spaccatura a destra sul voto della mozione, poiché alcuni consiglieri non seguono l’ indicazione di voto di Roberti, il quale si è reso conto che non poteva proprio fare a meno di dire ‘si’ al nostro atto.
In tutto questo, chi sta a bottega? Diceva un vecchio proverbio per chiedere ‘chi lavora?’. Cioè chi sta amministrando? Chi degli assessori si sta occupando dell’amministrazione regionale? I Bandi, i piani, le autorizzazioni, le liste di attesa…chi sta a bottega? Per questo reiteriamo la domanda se oggi Roberti sia in grado di governare.
Di tutto parleremo giovedì prossimo a Termoli, alla presenza dei due massimi esponenti del PD presso la Commissione nazionale antimafia, Walter Verini e Debora Serracchiani».