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TERMOLI _ Servizio mense scolastiche: 7 le aziende che hanno risposto al bando pubblicato dal Comune di Termoli ma numerose sono le polemiche sul regolamento e si preannunciano ricorsi da parte di aziende escluse. L’apertura delle buste delle ditte partecipanti si prevede dopo le elezioni regionali ma non si esclude che la selezione possa essere bloccata da ricorsi al Tar già annunciati da parte di società di altre regioni d’Italia rimaste fuori dalla selezione ed a loro dire ingiustamente.

A scatenare le proteste delle aziende specializzate del settore, la mancata riapertura dei termini del bando a seguito di modifiche ed aggiornamento di due dei requisiti richiesti per la partecipazione. Non è infatti più richiesta la presenza in loco di un centro cottura ed un «budget» di esperienza presso enti pubblici valutata con 10 cospicui punti. Questi ultimi due aspetti, aspramenti contestati da società nazionali, sono stati eliminati dal bando dai dirigenti municipali ma nel contempo questi ultimi non hanno permesso ad altre ditte di partecipare attraverso la riapertura dei termini dell’appalto.  

Fino a questo momento tra le imprese che hanno aderito ci sono: la Markas, Cns Tourist (Consorzio nazionale servizi), RR Puglia (che si occupa della ristorazione del San Timoteo), la Cir, la Gsi ed un’ati del posto.

All’indomani dell’aggiornamento dei requisiti esplicitamente chiesti da più aziende del settore in quanto avrebbero favorito una sola società italiana partecipante, secondo indiscrezioni si tratterebbe della Cir, i responsabili dopo la modifica del regolamento avrebbero dovuto riaprire le scadenze delle domande e permettere alle aziende con i requisiti di partecipare, cosa che non è stata fatta ed ora il regolamento è al centro di una vera e propria bufera di polemiche. 

A rincarare la dose sull’appalto mensa scolastica, ci ha pensato ieri anche l’ex assessore Giuseppe Spezzano che, in un documento politico come portavoce del movimento Regione Nuova, punta il dito contro l’amministrazione Di Brino, accusandola di ritardi nella definizione dell’appalto e di disagi arrecati agli utenti che, nel frattempo, non possono usufruire del servizio.