TERMOLI – “La situazione logistica di sicurezza di Luigi Bonaventura, ex reggente della cosca Vrenne-Bonaventura-Coriglianoutra, oggi collaboratore di giustizia, è seriamente compromessa“. Lo afferma in una interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia il deputato del Movimento 5 Stelle, Riccardo Nuti in riferimento alla dimora a Termoli, sotto copertura ma ormai non più sicura, dell’ex boss della ‘Ndrangeta Luigi Bonaventura.
“I collaboratori e i testimoni di giustizia debbono risiedere in località protette per consentire loro una adeguata copertura e mimetizzazione per salvaguarda la loro incolumità – si legge sull’interrogazione -. Tra le regioni italiane ad alta densità di collaboratori e testimoni di giustizia figura senz’altro il Molise e l’Abruzzo, evidenti ragioni di logistica e di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso nei confronti di queste categorie di persone impongono un’adeguata separazione fisica tra questi soggiornanti.
Risulta, tra l’altro, che Bonaventura, si trova al momento in una località del Molise nell’ambito del programma di protezione a lui dedicato ma è costretto a dividere lo spazio fisico della cittadina protetta con altri testimoni e collaboratori di giustizia provenienti dalla stessa area geografica malavitosa dello stesso”.
Nuti denuncia: “incresciosi episodi di persuasione e di pressione connessi al suo status di collaboratore di giustizia, tra cui le pressioni e le minacce di morte da parte di affiliati alla cosca Ferrazzo. L’area in cui è stato collocato sotto protezione è la stessa di Lea Garofalo, la quale è stata facilmente raggiunta da tre sicari nel novembre del 2009, ed uccisa dopo essere stata torturata”. Con l’interrogazione Nuti chiede: “se il Ministro non intenda garantirsi che tali situazioni non possano più ripetersi anche tramite controlli e l’invio di ispettori ministeriali”.