TERMOLI – “E’ necessario impugnare davanti al Tar questo Piano operativo in materia di sanità. Per questo ci rivolgiamo ai Sindaci del Basso Molise perchè agiscano immediatamente per bloccare questa situazione con un immediato ricorso da presentare alla giustizia amministrativa”. E’ quanto dichiarato ieri pomeriggio dall’ex sindaco di Termoli Remo Di Giandomenico, esponente della Coalizione Termolese, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel suo ufficio politico. “Solo così si può rimettere in discussione il tutto – ha proseguito Di Giandomenico -. Con la nuova proposta di programma operativo, su un totale di 1.160 posti letto (di cui 940 per acuti), 731 sono pubblici(63%)e 429 privati(37%). I privati nel 2007, all’inizio del Piano di Rientro, erano al di sotto del 32%. La soluzione per i guai del Molise sarebbero dunque i privati”.
CON LA NUOVA PROPOSTA di programma operativo su un totale di 1160 posti letto (di cui 940 per acuti), 731 sono pubblici (63%) e 429 privati (37%). I privati nel 2007, all’inizio del Piano di Rientro, erano al di sotto del 32%. La soluzione per i guai del Molise sarebbero dunque i privati….
Il basso Molise (32% della popolazione molisana circa 103 mila ab)), caratterizzato dalla assenza di privati, subisce esclusivamente il decremento del sistema pubblico. I posti letto complessivamente assegnati a Larino e Termoli (191 su 1160) sono al di sotto del tasso previsto dalla legge 3 x 1000 abitanti oltre a 0,7 per post acuzie. La nuova proposta farebbe scendere la dotazione di posti letto per acuzie e post acuzie del basso Molise a 1,5×1000 abitanti, neanche la metà di quella standard totale di 3,7 x1000 abitanti.
Poi, secondo la Coalizione Termolese c’è la: “stranezza della MOBILITA’ ATTIVA”. Il P.O. si basa sul calcolo della mobilità attiva, di quanti cioè vengono a curarsi nel Molise, e su questo dato assegnano i posti letto alle strutture. Si assiste dunque al caso della Neuromed che esegue prestazioni per oltre l’85 % ad utenti campani e laziali, vengano assegnati 156 posti letto. Analogamente avviene ( anche se in misura minore) per altri privati tra cui la Cattolica che producono stabilmente mobilità attiva. Ci sono dunque posti letto stabilmente dedicati a cittadini di altre regioni. Questi posti letto sono tuttavia accreditati esclusivamente sulla quota della regione Molise – devono essere compresi nel tetto del 3,7 X 1000 abitanti della popolazione Molisana. Posti letto che, con questo programma operativo, il Molise cede ad altre regioni per consentire lo svolgimento della attività ai centri privati. Analogo discorso potrebbe farsi sulla specialistica. Chi sopporta il depauperamento dei posti letto è dunque il basso Molise che peraltro non ha privati nel suo territorio.