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iorio internoCAMPOBASSO – Sull’istituzione dell’Ente di Governo dell’Ambito del Molise (EGAM) , il governo Frattura ancora una volta ha sbagliato tutto, sia dal punto di vista formale che sostanziale, e anche il dibattito che ne sta venendo fuori tra i Comuni, per le preoccupazioni espresse dagli stessi, ne è le riprova.

Dal punto di vista formale, c’è da dire che la competenza all’istituzione di un qualsiasi ente nuovo è attribuita al Consiglio regionale ed essendo una previsione statutaria non sono sicuramente consentite deroghe per nessuno, neanche con l’avallo del governo nazionale. Sull’acqua, il Molise si gioca una partita importante, ed è bene che si tenga presente, e si riaffermi con forza, l’idea della gestione pubblica della stessa, che è cosa sicuramente e ben diversa dalla possibilità di poter appaltare servizi di manutenzione o altro a valle del percorso di riorganizzazione. Partendo poi dall’esperienza già fatta negli anni passati, c’è da ricordare che abbiamo sempre riaffermato questa esigenza, anche quando abbiamo riformato l’Erim trasformandolo in S.pa. a totale capitale pubblico, con l’obiettivo poi di affidargli anche ulteriori servizi.

La proposta del governo Frattura dell’istituzione dell’Egam, in pratica, fa finta di niente trascurando questo elemento sostanziale: sarebbe opportuno, invece, inserire l’ipotesi di un affidamento dell’intero ciclo integrato dell’acqua a una società pubblica già nella previsione legislativa. Per quanto mi riguarda, ho già sollevato nel dibattito, che si è svolto prima della chiusura estiva in terza commissione, l’esigenza di rivedere l’impostazione data dalla Giunta, per riaffermare due principi essenziali: la gestione del ciclo deve rimanere pubblica e l’Egam dovrà avere un ruolo di controllo e di definizione sulla omogeneizzazione delle tariffe, senza trascurare, naturalmente, l’esigenza di provvedere – anche per le diverse caratteristiche che ha il territorio regionale – a stabilire e a quantificare le necessarie compensazioni con lo scopo di non danneggiare i comuni più ricchi d’acqua ma, anzi, di garantire un’equilibrata regolamentazione.

Per fare tutto questo, ovviamente, è necessario che la Regione stabilisca norme di garanzia, che non possono essere affidate a un nuovo organismo così come previsto dall’attuale governo regionale, per evitare probabili e non impossibili privatizzazioni selvagge dell’acqua pubblica. Il dibattito, mi auguro, continuerà in senso costruttivo in commissione, per poi sfociare in una legge regionale che risponda a questi requisiti. 

Sen. Michele Iorio 
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