“Dopo l’interessante incontro del 2 aprile sulla grave emarginazione sociale e sul diritto all’abitare, e dando voce alle ripetute segnalazioni dei cittadini sull’edificazione selvaggia, come gruppo Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra sentiamo il dovere di contribuire a tener viva l’attenzione su questi temi fondamentali”.

TERMOLI – «La turistificazione crescente anche nelle nostre piccole realtà e la nuova idea della casa non più come risultato di una vita di lavoro, ma soprattutto mezzo per estrarre profitto senza cedere nulla al territorio, anzi impoverendolo, stanno letteralmente cambiando il volto della nostra città. L’aumento esponenziale di situazioni di povertà grave, precarietà e lavoro povero si combina con la perdita progressiva dei diritti sociali e sanitari, mentre il suolo viene consumato a ritmi forsennati (siamo la regione in Italia con il più alto indice di consumo a parità di superficie), soprattutto per l’assenza totale di volontà e capacità di governare il territorio da parte delle amministrazioni comunali.
Basti pensare al palazzo che ha cancellato alla vista la Torre del Meridiano di Termoli, tratto distintivo storico e geografico che la Sovrintendenza al Paesaggio avrebbe dovuto tutelare rigidamente, o alle costruzioni che sorgeranno sul tratto iniziale della discesa di Rio Vivo, finendo così di snaturare un piccolo quartiere che era omogeneo e gradevole nel suo aspetto complessivo. Interventi disordinati di puro profitto, non inseriti nel contesto circostante, che alterano il volto della città in nome della sacrosanta impresa privata… e potremmo fare decine di altri esempi, purtroppo.
La nostra città sta diventando respingente e inospitale, sia per chi è senza fissa dimora o con problemi di emarginazione, sia per chi vuole vivere e lavorare qui e non trova più possibilità di affittare casa. Occorre dunque elaborare e far partire uno spazio permanente di confronto e di rivendicazione, che riporti al centro il governo del territorio, inteso come programmazione globale di una città in grado di offrire ai suoi cittadini il diritto all’abitare, un ambiente sano e pieno di verde, e servizi decorosi per tutti.
In molte parti d’Italia i comuni stanno scrivendo regole per arginare il consumo di suolo e concentrarsi sul recupero dell’esistente in tema di edilizia; stanno elaborando sistemi per impedire il proliferare senza regole degli affitti brevi e brevissimi; stanno strutturando reti di housing first e di edilizia sociale. Non è impossibile, no: è semplice scelta politica lungimirante, è riprendersi il ruolo più importante di un amministratore, quello di servizio dei cittadini e delle esigenze del territorio. Si chiama, appunto, governo del territorio.
E gli strumenti ci sono: per esempio, attivare l’Agenzia Sociale per la Casa, che viene promossa da una o più Amministrazioni comunali consorziate e opera nei territori dei Comuni caratterizzati da alta problematicità abitativa e dei Comuni costieri. Come il nostro.
L’obiettivo è quello di garantire l’accesso alla casa a tutti i cittadini con particolari requisiti e in condizioni di disagio. L’Agenzia Casa del comune ricerca e individua sul mercato gli alloggi che sono in locazione e li concede in uso a chi non è in grado di fornire ai proprietari tutte quelle garanzie necessarie per stipulare in autonomia un contratto di locazione.
Attraverso Agenzia Casa l’Amministrazione assegna al nucleo famigliare l’alloggio per la durata di tre anni rinnovabili per ulteriori due anni, con un canone più basso rispetto alla media del mercato e senza cauzione, in alcuni casi anche pagando una parte dell’affitto. Questo tipo di intervento è ormai diffuso da nord a sud, dovunque si sia capito che il disagio abitativo diventa esasperazione sociale, e che chiunque ha diritto ad essere aiutato per una vita dignitosa.
È evidente infatti che se si continua a lasciar costruire solo per profitto, e ad utilizzare l’esistente solo a scopi turistici, la vita quotidiana della comunità diventa impossibile per studenti, lavoratori a basso reddito, coppie con un solo introito. Per non parlare dei senza fissa dimora e degli sfrattati… E il suolo viene letteralmente devastato, con le conseguenze che tutti conosciamo a livello climatico, di salubrità e di diritto alla bellezza.
L’esasperazione sociale monta come una marea ovunque: tre giorni fa in Spagna, a Madrid e Barcellona, ci sono state manifestazioni con decine di migliaia di persone in strada: proteste trasversali, perché il problema ormai riguarda tutti, non solo i poveri e gli emarginati. Non a caso a fianco dei cittadini c’erano medici, insegnanti e vigili del fuoco, i quali in particolare hanno dichiarato che si rifiuteranno di partecipare più ad alcuno sfratto, né passivamente, né attivamente.
La casa dovrebbe servire a vivere, non a speculare: per questo svolgere un ruolo nella possibilità che chi non dispone di molto denaro o chi è senza fissa dimora ne abbia una degna a prezzi accessibili è compito complesso ma doveroso di una buona amministrazione.
Possiamo farlo, costruiamo insieme il percorso, esigiamolo da chi amministra. Ora».
Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra