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LARINO _ Nei giorni scorsi la stampa locale ha dato notizia di un provvedimento della Giunta regionale, adottato su proposta dell’assessore Vitagliano, secondo cui l’abbattimento del 60% della tassa automobilistica in sede di definizione degli obblighi di natura tributaria sospesi per effetto degli eventi sismici del 2002, viene riconosciuto anche a coloro i quali nel periodo di sospensione, pur avendone i requisiti, non si sono avvalsi del beneficio della sospensione medesima, ma hanno regolarmente pagato la tassa in questione.
Il provvedimento rappresenta senza alcun dubbio un fatto estremamente positivo poiché, evitando di limitare l’abbattimento ai soli cittadini che si sono avvalsi del beneficio della sospensione, non solo rispetta il dettato costituzionale, che sancisce la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, ma soprattutto si fa rispettoso di quei cittadini che proprio per la loro disposizione ad essere sempre ligi ai propri doveri sociali, invece di essere premiati, vengono spesso di fatto penalizzati.
Per non andare lontano, questo genere di cittadini virtuosi un simile trattamento penalizzane potrebbero riscontrarlo ai propri danni nell’area del nostro cratere sismico qualora i Comuni dovessero opporsi al riconoscimento dell’abbattimento del 60% dell’Ici e della Tarsu a favore di coloro che nel periodo di sospensione tali tributi li hanno pagati, o qualora l’amministrazione finanziaria centrale dovesse non riconoscere tale abbattimento a coloro i quali nel medesimo periodo hanno pagato l’irpef. Nei giorni di metà giugno in cui i cittadini del nostro cratere sismico si sono accalcati nelle sedi della locale agenzia delle entrate e degli uffici postali per definire gli obblighi fiscali sospesi e per pagare la prima rata degli oneri dovuti, sfiniti dalle incongruità e dalle difficoltà procedurali, nonché angosciati all’idea di dover provvedere direttamente ogni mese, e fino all’estinzione del dovuto, alla compilazione del modello di versamento, ebbene in questi giorni di metà giugno in cui si coglieva nell’aria una palpabile agitazione degli animi, già ci si cominciava a chiedere, con evidente scetticismo, se Comuni e Regione avrebbero mai restituito la quota di abbattimento a chi aveva regolarmente pagato Ici,Tarsu e Bollo auto.

Poi, passata la fatidica scadenza del 16 giugno, l’argomento è divenuto di pubblico dominio ed è corso di bocca in bocca, ad alimentare qualche segno di speranza, il caso di un cittadino siciliano il quale è riuscito a farsi riconoscere il sacrosanto diritto all’abbattimento fiscale per analoga circostanza (il terremoto di Sicilia del ’90 per il quale i cittadini interessati hanno ottenuto l’abbattimento del 90% delle tasse e il rimanente 10%, secondo voci correnti, non è stato pagato), sia pur dopo aver affrontato un contenzioso che lo ha visto incomprensibilmente soccombente nelle due prime istanze di giudizio e poi finalmente vittorioso in sede di Suprema Corte di Cassazione. L’auspicio è che i cittadini del nostro cratere non debbano fronteggiare le medesime resistenze del cittadino siciliano.

La sentenza della Suprema Corte dovrebbe rappresentare sotto questo profilo un monito. Bisogna riconoscere che Vitagliano si è mosso nella giusta direzione, poiché il provvedimento regionale ridà senz’altro un briciolo di serenità e fiducia ai cittadini virtuosi. La questione non va sottovalutata, poiché implica aspetti di etica e coesione sociale di non poco conto. Un bravo dunque, in questo caso, a Vitagliano il quale, però, è invitato a fornire tutte le ulteriori indicazioni del caso. Ad esempio: a quale ufficio regionale va indirizzata la richiesta di rimborso? Il modulo di richiesta deve predisporlo ciascuno per sé o saranno gli uffici regionali a predisporne uno uguale per tutti? E quant’altro.

Nicolino Civitella
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