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CarusoSciarrettaTERMOLI – Le riflessioni sul Tunnel dell’architetto e scrittore termolese, Saverio Metere non sono passate inosservate.  I termolesi si sono schierati quasi tutti contro quello che è diventato il “BUCO”, operato nel tessuto del paese facendo alcune osservazioni all’articolo pubblicato su myNews.iT: “Io sto… col Tunnel”. Due ragazzi, attivisti del movimento cinque stelle di Termoli ci scrivono.

Il primo è Pierluigi Caruso, promotore del comitato sui referendum per Termoli sulla ferrovia, l’ex cinema Adriatico e sul Tunnel: 

Gentilissimo Architetto Metere, non posso fare a meno di soffermarmi sulle considerazioni e affermazioni che ha voluto esternare riguardo al così tanto da Lei caldeggiato progetto del tunnel (più parcheggio), che sta interessando la città di Termoli e per il quale, proprio come ha detto Lei, “i termolesi si sono schierati quasi tutti contro”, chissà poi perché!!!

E la prima falla del suo teorema sta proprio nell’incognita di quella improbabile equazione: i posti-macchina. Che relazione ci può essere tra la necessità di reperire posti-auto con la realizzazione di un tunnel? Nessuna! Il tunnel non genera posti auto, genera solo flussi di traffico.

A Termoli il problema del traffico, che oserei definire tutt’al più un disagio, lo si vive per un solo mese all’anno, ad agosto. Gli altri mesi dell’anno non ho mai avuto difficoltà a spostarmi in centro o a trovare parcheggio. Le pare che sia giustificata un’opera di 15 milioni di euro per un disagio che si vive per poco più di un mese all’anno quando ce ne sono tantissimi altri irrisolti con cui conviviamo tutto l’anno? Basta farsi un giro in strada, ora, per accorgersi che di parcheggi ce ne sono quanti ne vuole, ed il “disagio” non si ripresenterà prima di luglio dell’anno venturo. E i soldi dove sono? Lei sostiene che i soldi per il progetto ci sono ma si sbaglia di grosso. La Regione mette a disposizione solo 5 milioni di euro e il resto (altri 10 milioni di euro previsti) il Comune li vuole reperire con un project financing. Non entro nel merito di quanto possano essere pericolosi i project financing e di come si trasformino troppo spesso in pericolosi boomerang per le casse pubbliche. In Italia di esempi drammatici ce ne sono tantissimi, basta fare una ricerca su internet.

ParcheggiTermoliLei cita tanti architetti famosi che si annoverano tra i futuristi dei primi del novecento come per dire che noi persone comuni, semplici cittadini, non riusciamo a cogliere l’imperdibile opportunità di quest’opera e quindi dobbiamo fidarci. Le voglio allora citare io un architetto: Renzo Piano, il quale scrive in un suo articolo (il Rammendo delle periferie, il sole 24 ore): “Dobbiamo smetterla di scavare parcheggi. Penso che le città del futuro debbano liberarsi dai giganteschi silos e dai tunnel che portano auto, e sforzarsi di puntare sul trasporto pubblico. Non ho nulla contro l’auto ma ci sono già idee, come il car sharing, per declinare in modo diverso e condiviso il concetto dell’auto. Credo sia la via giusta per un uso più razionale e anche godibile dell’automobile.”
Una delle principali cause del disagio del traffico a Termoli, come dice Lei, è il senso unico del lungomare Cristoforo Colombo che costringe gli automobilisti, che dal centro vogliono spostarsi nella periferia Nord (Porticone o San Pietro) oppure andare a Vasto, a rimettersi nell’abitato cittadino, imbottigliandosi ad ora di pranzo sul tratto di SS16 che conduce alla rotonda del cimitero, e questa è storia di tutti i giorni.

Non credo che i veri impedimenti per la realizzazione dell’opera siano di natura tecnica o archeologica. Qui si fa un discorso di opportunità, anzi di utilità, nel senso che il tunnel è un’opera completamente inutile per risolvere i problemi del traffico e dei posti-auto a Termoli. Allora anziché pensare ad un anello che circonda la città pedonale (con l’ipotesi tunnel + parcheggio pozzo dolce) si può pensare ad un ferro di cavallo (parcheggio pozzo dolce accesso da Nord tramite il sottopassaggio), ripristinando la doppia viabilità sul lungomare nord.

Gentilissimo Architetto, il progresso non è la realizzazione di un tunnel o di un parcheggio, ascensori, tapis roulants o scale mobili, ma un nuovo modo di vivere e concepire la città del futuro, dove diventa normale parcheggiare fuori dal centro e raggiungerlo in pochi minuti a piedi o con i mezzi pubblici. Proprio perché penso ai figli dei figli vorrei che su di loro non cadessero i nostri sbagli, e i nostri debiti.”

L’altra missiva invece è a firma di Alvio Sciarretta:

“Spettabile Sig. Metere, chi vi scrive è un figlio di Termoli, che sta vivendo la sua vita in questo meraviglioso posto baciato dalla natura amica, e che spera vivamente che anche sua figlia continui il suo percorso qui. Mi permetta di manifestarle il mio dissenso su quanto da voi scritto sul famigerato tunnel, dissenso che nasce non dalla paura del nuovo, bensì l’esatto opposto. IO HO PAURA DEL VECCHIO!

Si, perché parlare nel 2015 di tunnel e parcheggi sotterranei personalmente mi sa tanto (ma tanto) di XX secolo e se anche Renzo Piano, in un articolo datato gennaio ’14, scrive: “Dobbiamo smetterla di scavare parcheggi. Penso che le città del futuro debbano liberarsi dai giganteschi silos e dai tunnel che portano auto, e sforzarsi di puntare sul trasporto pubblico. Non ho nulla contro l’auto ma ci sono già idee, come il car sharing, per declinare in modo diverso e condiviso il concetto dell’auto. Credo sia la via giusta per un uso più razionale e anche godibile dell’automobile”. Un motivo pure ci sarà?

Ma veniamo al dunque. Lei scrive che “Un vero carosello di macchine che provenienti sia da nord che da sud circondano la città, FORMANO UN ANELLO INTERNO, rendendola invivibile.” E questo è vero, ma solo per il breve periodo che va da luglio ad agosto. Sfido io a trovare una località turistica che nel pieno della sua stagione non abbia di questi problemi. Per il resto dell’anno ritengo che Termoli, a livello di traffico automobilistico, sia abbastanza vivibile.

Riguardo alla natura gratuita di un eventuale parcheggio sotterraneo mi dispiace deluderla ma non credo sarà mai così. Essendo il progetto finanziato per 2/3 da privati (il c.d. project financing) come pensa che questi privati recuperino il capitale investito? Le modalità possono essere due:
1 Facendo pagare il parcheggio;
2  Scaricando le passività sul comune di Termoli, che poi si avvarrà sui cittadini aumentando i tributi locali.

In merito alle 3 fasi da lei descritte mi trova d’accordo solo nella riqualificazione del parcheggio (e della relativa area) di Pozzo Dolce e a sensibilizzare le periferie a servirsi dei parcheggi nelle giornate di grosse manifestazioni.
Per ciò che concerne le osservazioni fatte dubito fortissimamente che gli “antichi resti” possano venire valorizzati. D’altronde sia questa amministrazione, che quelle passate, non sono state capaci di mettere un cartello che indichi dove si trovi la Rejecell…
Sulla falda non mi esprimo ma sui soldi si. Non è vero che i soldi sono stati stanziati, perlomeno non tutti. Sulla carta ci sono solo i 5 mln di Euro di finanziamento regionale. All’appello mancano ancora i 10-13 mln che dovranno sborsare i privati.

Adesso invece le vorrei scrivere di come immagino la mia Termoli nel futuro, un futuro che personalmente spero sia il più prossimo possibile.
Immagino una Termoli servita da un trasporto pubblico a tariffa zero, come succede già in molte parti d’Italia e del mondo, magari con l’ausilio di autobus che si guidano da soli. Ad Oristano ad esempio quest’estate hanno avviato la sperimentazione.
Immagino una Termoli servita da parcheggi Hub dove una volta lasciato il mezzo posso facilmente raggiungere il luogo di destinazione con l’ausilio di bici elettriche, navette o auto elettriche. Due di questi parcheggi Hub in effetti esistono già (multipiano Via Campania e parcheggio Cimitero), il terzo potrebbe essere ricavato giù al porto dallo spostamento del depuratore.
Immagino una Termoli dove se proprio voglio usare la macchina posso facilmente trovare parcheggio con l’ausilio di hardware e software open source che mi indichino il posto auto più vicino a me.
Immagino una Termoli i cui uffici municipali vengano spostati dal centro (ad es. presso la caserma dei CC) recuperando così il palazzo comunale, adibendolo a polo culturale, con una vera biblioteca e una vera pinacoteca, e riportando piazza S.Antonio al suo antico splendore. Mi preme sottolineare che per l’attuale biblioteca comunale spendiamo circa 45.000 euro annui di affitto e per gli uffici siti nei locali della curia circa 70.000.

Chiudo scrivendole che personalmente mi batterò per raccogliere firme e fermare una delle, a mio avviso, più grandi opere di regresso che la città di Termoli possa subire.
Cordiali saluti,Alvio Sciarretta”

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