I 5 milioni di euro di finanziamento pubblico destinati alla realizzazione del tunnel di Termoli resteranno a disposizione della cittadina adriatica per migliorare la dotazione delle infrastrutture viarie. Questo è l’impegno che abbiamo ottenuto in Consiglio regionale lo scorso 11 giugno.
TERMOLI – Così, grazie all’azione costante del M5S Molise, stiamo per mettere la parola “fine” ad una vicenda che dura da 5 anni e che ha segnato una pagina triste della politica di gestione del territorio, fatta di referendum negati e di decisioni calate dall’alto.
La storia della “riqualificazione urbana” termolese ha origini lontane. L’idea fu lanciata dall’ex sindaco di centrosinistra Vincenzo Greco e ripresa subito dopo l’insediamento di Angelo Sbrocca a capo del Comune rivierasco. Il progetto comprendeva un tunnel di collegamento tra il porto e il centro città, un parcheggio sotterraneo in piazza Sant’Antonio e il ripristino del multipiano di Pozzo Dolce, con la realizzazione di un teatro, di numerose aree commerciali e di abitazioni vista mare. Un insieme di opere che avrebbero cambiato radicalmente il volto della città Ottocentesca, consegnandolo di fatto nelle mani di un privato: la De Francesco Costruzioni.
I rischi che questo progetto portava con sé, evidenziati a suo tempo nelle stesse relazioni tecniche commissionate dal Comune di Termoli, erano diversi, tanto da spingere decine di cittadini preoccupati a costituire un Comitato anti-tunnel. A marzo 2015 io stesso sono stato tra i fondatori del Comitato “Termoli Decide” (poi divenuto “Comitato No Tunnel”) ed ho avuto l’onore di rappresentarlo per anni, prima di essere eletto in Consiglio regionale, dove ho continuato la battaglia contro un progetto che ritenevo dannoso per la mia città. Come Comitato abbiamo cercato con tutte le nostre forze di ottenere un referendum, così che fossero i cittadini a pronunciarsi sull’opera. Con il MoVimento 5 Stelle, invece, ho fatto il possibile per far esprimere il Consiglio regionale sulla vicenda, chiarendo una volta per tutte da che parte fosse. Se a parole il centrodestra molisano si diceva contrario al tunnel e favorevole al referendum, di fatto sedeva accanto all’Amministrazione Sbrocca e alla ditta De Francesco dinanzi al Tar. Mentre il MoVimento era l’unica forza politica a supportare i ‘No Tunnel’, col ricorso del nostro portavoce in Comune, Nick Di Michele. Solo dopo la sentenza del Tribunale amministrativo, che ha bocciato l’iter di approvazione dell’opera, siamo riusciti ad inchiodare la politica molisana ad un impegno serio a favore della viabilità termolese.
In questa fase, non voglio ripercorrere l’intero iter di approvazione della finanza di progetto e la contropartita ottenuta dalla ditta proponente in cambio del finanziamento privato, pari a circa 3/4 dell’intero importo. Ma è interessante sottolineare perché il Tar Molise ha bocciato quell’iter. I motivi sono ben evidenziati in tre righe della sentenza del 6 giugno scorso: “È circostanza pacifica e non contestata che il competente servizio di valutazione ambientale della Regione Molise, a monte dello schema approvativo del progetto di finanza, abbia escluso l’assoggettabilità del progetto alla procedura di Vas. Il che sarebbe giustificato col fatto che, a detta del Comune di Termoli, si tratterebbe di una singola opera localizzata su una specifica e limitata porzione di territorio. L’assunto non può essere condiviso”.
Il motivo per il quale l’iter è stato annullato è, dunque, la carenza di Vas (Valutazione Ambientale Strategica) e Via (Valutazione di Impatto Ambientale). Eppure, nella documentazione inviata all’Arpa Molise, il Comune chiedeva la Via per il solo parcheggio multipiano. Dal canto suo, la Regione introduceva la figura del “responsabile unico del procedimento”, che ha dato l’ok a tutte le conferenze di servizi, consentendo così che si procedesse speditamente. In poche parole, un progetto così impattante per la popolazione termolese è stato deciso dal sodalizio targato Pd tra Angelo Sbrocca e Paolo Di Laura Frattura, con buona pace dei cittadini che chiedevano di esprimere il loro parere. Così la politica ha dimostrato tutta la sua arroganza, pensando di poter bypassare le norme vigenti in materia di tutela ambientale.
Ma da questa vicenda emerge un’altra questione tristemente nota in Molise: l’incapacità di impegnare i fondi europei. Per anni, infatti, i 5 milioni di finanziamento pubblico sono rimasti paralizzati da questo modo di fare politica. Ora, considerato che l’unico vincolo per l’impiego di quei fondi è la destinazione ad opere che migliorino la viabilità, esistente o meno, era fondamentale ottenere un impegno da parte del Consiglio regionale affinché non si indugiasse oltre e si destinassero, finalmente, ai cittadini termolesi. E ci siamo riusciti con il Consiglio regionale dello scorso 11 giugno: un risultato importantissimo, che abbiamo portato a casa nonostante fossimo tra i banchi dell’opposizione.
L’ultimo atto non è stato ancora scritto, però. A 36 ore dal ballottaggio, l’Amministrazione Sbrocca ha dato mandato al proprio legale di impugnare la sentenza del Tar dinnanzi al Consiglio di Stato, con una delibera di giunta firmata da sole 3 persone: Sindaco, vice Sindaco e da un solo Assessore, per giunta esterno. Proprio in quelle ore, anche il centrodestra termolese ha finalmente preso una posizione più chiara rispetto a quella ambigua dei colleghi regionali: il candidato Sindaco Roberti, poi eletto, ha dichiarato che avrebbe rinunciato al ricorso. Per dare seguito a quell’impegno occorre una delibera di giunta, che ci auguriamo arrivi quanto prima.
Di sicuro, in tutta questa vicenda, c’è che il MoVimento 5 Stelle è sempre stato dalla parte dei termolesi e contro quest’opera, faraonica e non voluta dai cittadini. E continueremo a tenere alta la guardia finché non si metterà, una volta per tutte, la parola “fine” ad una pagina buia per la democrazia termolese e molisana.
Valerio Fontana
portavoce M5S in Consiglio regionale