Intervista immaginaria su tunnel e spazi urbani a Termoli.
MeteOraTERMOLI – Pronto, architetto Marino? O posso chiamarti  semplicemente Luigi, visto che oltre che essere colleghi ci conosciamo da sempre e qualche volta abbiamo anche condiviso le stesse idee! Senza contare il fatto che sono  grande ammiratore di tuo nonno Raffaello e  da qualche tempo anche suo…collega in poesie vernacolari!
Vorrei farti qualche domanda su argomenti che stanno a cuore ad entrambi.

Con molto piacere e chiamami come vuoi. Veniamo subito  al dunque.

E va bene. In un tuo articolo apparso su  un giornale online locale hai affermato che per Arrigo Boito  la saggezza di una città consisteva nel “[…] fermarsi in tempo e accontentarsi del meno possibile”.  Questo, riferito alla speculazione edilizia degli ultimi 40 anni mi sembra giusto. Infatti, mentre  la cosiddetta  Legge ponte del ’67 –  quella che fu chiamata la… “Saga del pilastro”-  rovinava e cementificava Rio Vivo, i condoni edilizi imperversavano sul risanamento delle “brutture“ del centro del paese.

Si, ricordo bene quel triste periodo; ero studente d’architettura  a Firenze e gli echi dei misfatti edilizi mi…fischiano ancora nelle orecchie. 

Non vorremmo che questo possa accadere anche lungo la spiaggia nord dove, ultimamente, l’operazione “Rimozione Dune” ha creato qualche perplessità in merito all’esecuzione di strutture edilizie. Spero che sia solo un’illazione dovuta ai maligni! Ma vengo, come mi solleciti tu,  alla prima domanda: non ti sembra che, per questi, che tu chiami giustamente “misfatti”,  la paura del “nuovo” blocchi oggi ogni iniziativa tesa a modificarne lo sviluppo?.

Se tu, come penso ti riferisci al tunnel, ci siamo già chiariti in un precedente articolo e anche a mezza-voce di recente. Sai come la penso. In più c’è la possibilità di indire un referendum che coinvolgerebbe tutta la popolazione e, se la democrazia esiste ancora, il sindaco si dovrà piegare al volere del popolo.  D’altra parte, avviare una riflessione collettiva, mi sembra il minimo che un Partito che si dice Democratico possa fare.  Si tratta di evitare di sconvolgere l’assetto del paese con progetti avveniristici, sovradimensionati, inutili e dispendiosi.

Ma i “soldi” ci sono! La Regione e alcuni privati  si sono  messi già in  …pista per assumersi  le spese e…

Alt…alt…ti fermo subito. A parte il fatto che come tu puoi immaginare, lo stanziamento è veramente irrisorio per l’opera che si vuol eseguire. Se poi i privati completeranno i lavori con i propri investimenti  non lo faranno certamente per la gloria. Vorranno il loro tornaconto che sarà a carico della popolazione. Si parla già, come sai, di concessioni particolari sulle aree acquisite. E poi, i termolesi non sono abituati a ricoverare le loro auto a pagamento. Perciò, i parcheggi saranno vuoti! Come già quello in via Campania e l’ex parcheggio del Pozzo Dolce. Insomma sono interventi inutili e soldi spesi male. Non c’è educazione stradale…

Appunto! Scusa se t’interrompo, bisogna abituare i cittadini a servirsi dei… servizi!  Sembra un paradosso ma, se ci rifletti bene, vedrai che non può essere diversamente. Ultimamente, il solito studio d’architettura – che da tempo imperversa nella nostra città – ha previsto, nello spazio che si formerà nel Pozzo Dolce,  un teatro all’aperto, di circa 500 posti del tipo del Teatro Verde del Molinello. Non mi sembra una cattiva idea. Un  parcheggio in quella posizione, quindi, significherebbe oltre che liberare il centro definitivamente,  anche lasciare la macchina e andare a fare shopping, andare al cinema o a teatro o farsi una semplice passeggiata per il Corso Nazionale. Dobbiamo pensare ad una “città futura” diversa da quella attuale in cui gli interventi siano graduali e razionali,  spalmati nel tempo.  Senza trascurare, naturalmente,  le nostre tradizioni che, spesso, ci “imprigionano in “luoghi comuni” impedendoci di crescere.

Tutti bei propositi. Ma non è certamente con “questo” che tu chiami “nuovo” che  risolveremo i problemi. Cerchiamo, viceversa, di valorizzare i cosiddetti “vuoti”. Restauriamo le cose che ci identificano meglio,   recuperiamo e interveniamo, insomma,  sul patrimonio che già abbiamo. Non creiamo “ nuovi mostri architettonici” in un contesto tradizionale. Mi riferisco, in particolare  al progetto intravisto, on line, di  piazza S. Antonio: mentre “cancella”  letteralmente la fontana propone una modernissima costruzione su.  Viceversa,  il Cinema Adriatico  è ora che qualcuno s’interessasse di ripristinarlo  come  edificio plurifunzionale  prevalentemente ad uso socio-culturale. Inoltre, preserviamo dall’abuso edilizio le nostre spiagge! Altrimenti, altro che Bandiera Blu! E la prossima estate  addio turismo!

C’è del vero in quello che dici.  Però mi sembra che in questo modo è come mettere il paese sotto una “campana di vetro” e bloccare tutte le iniziative che potrebbero dare un’impronta nuova, un rinnovamento a tutto il tessuto urbano. Città come Perugia, come tu sai,  hanno risolto il problema del centro costruendo un enorme parcheggio ai piedi della collina.  In centro  si giunge con scale mobili o con i pochi mezzi messi a disposizione dal Comune e, se si è sprovvisti di auto,  con un metrò di superficie. Questo significa rinnovare il tessuto urbanistico della città e dare un contributo effettivo e definitivo alla risoluzione dei problemi del traffico…

E i soldi dove li prendiamo per fare quello che hanno fatto a Perugia!  Bisogna volare più basso in questo momento storico. E poi, sono certo che i termolesi non saranno d’accordo nel perseguire questi progetti.  Non sarebbe meglio prevedere un parcheggio solo sotto piazza  S. Antonio e riorganizzare la viabilità facendo finalmente un vero e proprio “piano del  traffico” a scala più ampia? E’ prematuro quello che tu proponi.  E poi, iniziative non condivise dalla popolazione non possono costituire nessun miglioramento.  Bisogna avviare una riflessione collettiva  con scambi di opinione. Insomma, il popolo deve partecipare attivamente alle scelte urbane.

Se ti riferisci al Referendum, io sono perfettamente d’accordo con  te. Il Sindaco ha detto che dopo le feste natalizie si cercherà nuovamente di costituire la Commissione Referendaria.  Mi sembra in buona fede! Insomma, non sarà certo un buco di trecento metri sotto la città che possa cambiare l’aspetto di un paese. Anche perché…non si vede! Consentimi la battuta!  Potrebbe offrire a Termoli,  viceversa, la  possibilità di crescere a livello regionale,  metterla nelle condizioni di  ottenere, finalmente, le “credenziali” per divenire una nuova provincia del Molise.  Ammesso che lo voglia.  Prerogativa che però qualcuno persegue da  tempo; anche pensando alla costituzione di una macro Regione che vedrebbe interessate anche le Marche e la Puglia.  E qui il discorso si amplia. E mi fermo!
Perciò, per il momento, grazie per questa bella e…fantastica chiacchierata e, come suole dirsi…alla prossima!
Ti saluto, con la solita stima,  Saverio.

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.

1 commento

  1. Solo i ciechi (hai loro!) non lo vedono
    Quanta superficialità in certe affermazioni!Se malauguratamente dovesse essere realizzato,il Tunnel si vedrebbe eccome.Due grossi buchi,uno nei pressi della Torreta Belvedere e l’altro all’altezza del Lido Anna, con tanto di strutture in cemento armato in bella vista,creerebbero un impatto visivo devastante.
    Quanto alla buona fede del Sindaco,mi chiedo come si fa a dare credito a chi,in piu’ di un’occasione afferma che i 5 milioni messi a disposizione della Regione sono vincolati alla realizzazione di nuove opere viarie, quando invece potrebbero essere destinati alla manutenzine odinaria e straordinaria della viabilità esistente.E’ la scelta che hanno fatto vari comuni molisani che non staro’ qui a citare.