Cerimonia in videoconferenza dalla sala consiliare di Termoli: tra applausi e polemiche, il giornalista presenta il libro “Chi non legge è perduto”.

TERMOLI – Nella sala consiliare del Comune di Termoli, in collegamento con Milano, si è svolta questa mattina la cerimonia di conferimento a Vittorio Feltri dell’Onorificenza del Molise e della Fierezza Sannita, organizzata dalla Presidenza del Consiglio regionale del Molise con la partecipazione del giornalista Maurizio Varriano, del sindaco Nicola Balice e dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise. Durante l’evento, Feltri ha presentato anche il suo ultimo libro “Chi non legge è perduto”, definito dall’autore come «un invito alla riflessione e alla riscoperta del valore della cultura».
Nel corso della videoconferenza si è aperto un confronto sul giornalismo e sul rapporto tra Nord e Sud. Vincenzo Cimino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise, ha dichiarato: «Il Sud è alla grande, ha meno mezzi, meno potenzialità, ma ha più testa di tanti altri colleghi, meno soldi ma più speranza e più capacità».
Feltri ha replicato: «Scusa che ti interrompo, il 55 percento dei giornalisti che ho avuto io in tanti anni di direzione, e sono più di 50, sono del Sud. Sono arrivati qua certi di poter fare il loro lavoro, l’hanno trovato e sono i migliori e lo posso dire senza piaggerie».
Ancora Cimino: «E a me piacerebbe che restassero nel Sud a fare i giornalisti e avessero le stesse possibilità dei colleghi del Nord. Mi piacerebbe che poi, tra l’altro, succede che i giornalisti, quelli importanti, quelli che partecipano a queste trasmissioni, vengono ricordati non per i 30, 40 e 50 anni di attività professionale che hanno svolto, ma per le ultime apparizioni, poco consone alla categoria, secondo me».
Feltri ha condiviso: «Ah, hai ragione. Bisognerebbe rivedere tante cose, anche la disciplina dei giornalisti andrebbe forse rivista. E comunque io sono ottimista e sono convinto che ce la faremo, ce la farà il Molise, e io voglio tornare a Guardialfiera, voglio morire a Guardialfiera».
Maurizio Varriano, infine ha aggiunto: «Io non voglio ricordare solo le opere che Feltri ha fatto per il Molise, ma anche quello che ha dato materialmente a persone indigenti, e soprattutto a persone che sono degli stranieri, dei fuggitivi che vengono in Molise per recuperare la propria vita. Vittorio sicuramente è irrazionale nel suo concepire soprattutto le irrazionalità manifesta di cosa e di quello che poi si parla. Però ha difeso il nostro Molise, ha dato una parte di nostro a nostro Molise e come avete sentito ha dato tanto lavoro: il 55% dei giornalisti di Libero sono praticamente del Sud e c’è anche qualche molisano. Quindi forse le polemiche delle ultime ore io le capisco perché è giusto, perché sicuramente lui non ha avuto una linearità concettuale, anche nei confronti di determinate differenze, però insomma, siamo nel 2025, un po’ di irrazionalità manifesta probabilmente potrebbe far bene se concepita, ma anche se capita, soprattutto se discussa nei tavoli giusti e nei posti giusti».

La decisione di conferire il riconoscimento al noto giornalista ha scatenato un’ondata di proteste da parte di associazioni, movimenti e forze politiche locali. Arcigay Molise: «Esprime la propria ferma opposizione al conferimento dell’Onorificenza del Molise e della Fierezza Sannita prevista per Vittorio Feltri, come annunciato dalla stampa locale per oggi, 12 dicembre 2025, a Termoli presso il salone del Comune. Riteniamo che la nostra regione meriti di conferire riconoscimenti coerenti con i propri valori civili, fatti di accoglienza, rispetto e inclusione. La figura di Vittorio Feltri, nel corso del tempo, si è resa protagonista di numerose dichiarazioni pubbliche che riteniamo incompatibili con l’idea stessa di un’onorificenza istituzionale. Nel luglio 2018, durante la trasmissione L’Aria che Tira su La7, Feltri affermò: “Milano è un vivaio di finocchi”, aggiungendo che non avrebbe mai usato la parola “gay” perché preferiva chiamare le persone LGBT+ con epiteti come “ricchioni” o “froci”. Anche in ulteriori interventi pubblici ha sostenuto che parole come “frocio” non sarebbero offensive perché presenti nei dizionari, legittimando così l’uso pubblico di un linguaggio denigratorio verso le persone LGBT+. Da ricordare inoltre il titolo di Libero del 2019: “Calano fatturato e PIL, ma aumentano i gay”. Dopo lo scalpore e l’indignazione suscitati, l’allora direttore editoriale Feltri si giustificò in maniera assurda: “Abbiamo semplicemente fatto una fotografia dell’Italia: che calino il fatturato e il PIL è un dato di fatto, e che aumentino i gay pure. Tra la prima e la seconda frase c’è un avversativo. Li abbiamo messi assieme solo perché è una fotografia di due fenomeni italiani: dove è il problema? Non riesco a capire. Sono critiche ridicole”. Diverse sono state anche le dichiarazioni sessiste: nel maggio 2025, durante una trasmissione Rai, Feltri dichiarò che “le donne vittime di violenza possono venire a casa mia. Se sono bone”; in un editoriale del novembre 2020 su Libero, commentando il caso di una ragazza stuprata, scrisse che la vittima “ingenua” avrebbe fatto meglio a stare alla larga; nel marzo 2019, su Twitter, attaccò la giornalista Lilli Gruber sostenendo che lei avrebbe meno diritto di parlare di aborto perché “è in menopausa quindi non ha più titoli dei maschi per discettare del tema”; nel febbraio 2018 criticò un manifesto contro molestie sessuali firmato da attrici italiane scrivendo su Twitter: “Guardo le foto di alcune firmatarie… e mi domando chi possa avere il coraggio di sfiorarle”; nel febbraio 2017 pubblicò su Libero un titolo sessista su Virginia Raggi, definendola “Patata bollente”, riducendo la sindaca a oggetto di allusioni sessuali. L’episodio suscitò forte indignazione e Feltri fu condannato per diffamazione aggravata, confermando il carattere sessista e offensivo della pubblicazione. Nel 2021, inoltre, dichiarò di volere Hitler al governo e sempre nello stesso anno, in un’intervista a Le Iene, lo definì “severo ma giusto”, suscitando indignazione e condanne da parte di associazioni e istituzioni».
Mediterranea Saving Humans ha espresso indignazione:«Caro Sindaco, rappresentante e primo cittadino della nostra Termoli, a nome di quella parte della comunità che insieme a Mediterranea SH costruisce dialoghi e incontri per una società di pace e di tutela dei diritti umani garantiti dalla Costituzione Italiana, esprimiamo di sentirci profondamente offesi dalla decisione dell’amministrazione comunale al riconoscimento del premio “dell’Onorificenza del Molise e della fierezza Sannita” al giornalista e consigliere della Regione Lombardia, Vittorio Feltri. Insignire di un premio legato all’identità territoriale molisana questo personaggio noto per le sue dichiarazioni omofobe, misogene e razziste significa affermare che anche il popolo molisano è fiero di essere intollerante e razzista e propenso all’odio verso i propri stessi concittadini, noi vogliamo esprimere di non sentirci affatto rappresentati. Ricordiamo alcune tra le sue a dir poco vergognose dichiarazioni: “Agli extracomunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra” con un tweet dopo la strage di Cutro nel 2023. “Non frequento le periferie, non mi piacciono – aveva detto il direttore – Sono caotiche, brutte e soprattutto piene di extracomunitari che non sopporto. Basta guardarli… Poi vedi quello che fanno qui a Milano e come fai ad amarli? Già, non amo i musulmani. Ma io gli sparerei in bocca”, frasi pronunciate nel programma La Zanzara per le quali è stato condannato dal Tribunale di Torino pochi giorni fa. “Quali diritti minacciati, Milano è un vivaio di finocchi, non li chiamo gay perchè è una parola inglese, non li chiamo omosossesuali perchè è un termine medico, io li chiamo ricchioni come la gente normale” in diretta al programma in diretta l’Aria che tira in occasione del Gay Pride di Milano nel 2018. Da Piero Chiambretti in diretta Rai nello scorso Maggio invita le donne, ma solo quelle belle, che si sentono in pericolo di sera per strada ad andare a casa sua. Mediterranea Saving Humans difende in primis il diritto alla libertà di movimento delle persone in tutto il globo e tutti i principi costituzionali antifascisti. Per questo invita tutte e tutti a prendere coscienza su come invece oggi e anche nella nostra Cittadina, si premia una persona, che dovrebbe essere zittita ed esclusa per tutte le offensive dichiarazioni verso la tutela della dignità della vita di tutte le persone».
La minoranza del Circolo PD Termoli: «Il Molise premia Feltri: quando la politica scambia la memoria con la propaganda. Ci sono decisioni pubbliche che, più di altre, raccontano lo spirito di un’epoca. E la scelta del Consiglio Regionale del Molise, guidato dal presidente Quintino Pallante (Fratelli d’Italia), di conferire a Vittorio Feltri l’“Onorificenza del Molise e della fierezza sannita” appartiene pienamente a questa categoria: atti che fanno rumore non per ciò che celebrano, ma per ciò che dimenticano. Perché il punto non è — o non dovrebbe essere — la simpatia o l’antipatia verso Feltri. Il punto è la coerenza istituzionale, e la credibilità di un riconoscimento che pretende di incarnare la dignità storica del Sannio, l’identità culturale di una regione da sempre costretta a difendersi dallo stereotipo facile, dal pregiudizio geografico, dall’etichetta di “Sud minore” che troppi, per mestiere o per posa intellettuale, continuano a cucirle addosso. Ed è qui che il paradosso diventa macroscopico: come può il Molise, attraverso la sua massima istituzione democratica, conferire un’onorificenza identitaria proprio a chi, negli anni, ha più volte definito il Meridione con toni sprezzanti, semplicistici, talvolta apertamente offensivi? Feltri non ha mai fatto mistero delle sue opinioni sul Sud: giudizi netti, generalizzazioni che non fotografano la realtà, ma la distorcono per renderla funzionale a una narrativa che divide il Paese invece di unirlo. Affermazioni che hanno ferito comunità e territori. E che oggi, per una strana alchimia politico-simbolica, vengono premiate proprio dalla regione che ne è stata bersaglio indiretto. La responsabilità, però, non è del giornalista. È della politica. Di una politica che insegue visibilità, che confonde l’istituzione con il palcoscenico, che trasforma un’onorificenza culturale in un gesto di appartenenza ideologica. Il presidente Pallante — esponente di un partito che ha costruito ampie porzioni del suo consenso sulla retorica identitaria — ha scelto di consegnare a Feltri un simbolo che non gli appartiene. E nel farlo ha sottratto quel simbolo ai cittadini molisani, che meritano ben altro. Il Sud continua a lottare contro differenze strutturali, contro l’emigrazione giovanile, contro una narrazione stanca che lo dipinge eternamente fanalino di coda. Premiare uno dei principali divulgatori di quella narrazione non è un atto neutrale: è un messaggio politico. E, nel merito, un messaggio profondamente sbagliato. Chi rappresenta un’istituzione regionale dovrebbe coltivare la memoria, non calpestarla; difendere la dignità del proprio territorio, non consegnarla a chi l’ha sminuita; celebrare chi costruisce ponti, non chi alza steccati. La “fierezza sannita” è un valore serio, antico, radicato. Non merita di diventare una medaglia da appuntare alla giacca del primo opinionista che fa comodo alla maggioranza del momento. Merita rispetto. Merita coerenza. Merita, soprattutto, di essere sottratta alla propaganda. Il Molise non scompare, ma qualcuno, oggi, ha deciso di renderlo più piccolo».
Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra: «Onorificenze altamente inopportune. Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra esprime con forza dissenso e indignazione per la decisione della Regione Molise di conferire a Vittorio Feltri l’onorificenza denominata “Fierezza Sannita”, e per la disponibilità all’utilizzo della sede Comunale di Termoli per la consegna della stessa, offerta dall’Amministrazione locale. Non vogliamo qui elencare le infinite dichiarazioni a carattere razzista, omofobo, sessista rilasciate negli anni su qualunque mezzo di informazione dal giornalista in questione: è stato già fatto nei numerosi comunicati apparsi tra ieri e oggi su questa incresciosa circostanza, comunicati che condividiamo in pieno. Quando una regione o un Comune conferiscono un titolo di onore, occorrerebbe procedere con grande delicatezza, perché il gesto in sé diventa altamente simbolico, e dovrebbe essere espressione di un sentire comune e condiviso: certo non è questo il caso, considerato il giustificato diluvio di dissenso che si è scatenato, a conferma del fatto che questa onorificenza non viene certo assegnata con l’approvazione della maggioranza dei molisani. Ricordiamo poi che il giorno del conferimento, 12 dicembre, è data tristissima, di lutto ancora fortemente vivo nella coscienza degli italiani: è il giorno della strage di Stato di Piazza Fontana; e Feltri fu uno dei più accaniti, allora, nel diffondere e sostenere la colpevolezza degli anarchici Pinelli e Valpreda, oltre ad attaccare frontalmente persone del calibro di Camilla Cederna, che coraggiosamente cercava di smontare quella macchinazione. Per cosa dobbiamo rendere onore, dunque? Per le estati trascorse con la zia molisana? Non scherziamo, per favore: questa è un’altra, ennesima occasione persa, per la destra che governa Regione e Comune, di dimostrare di essere capace di amministrare unendo nel nome dei principi di etica e correttezza, e non dividendo con stereotipi inventati quali la Fierezza Sannita (che era ben altra cosa, e resistette all’onnipotente Impero di Roma)».
AVS e Sinistra Italiana Molise: «Premio a Feltri, Notarangelo: “La destra molisana davvero condivide le sue posizioni estreme?” Il segretario di SI Molise: si va ben oltre lo scontro e la polemica politica, certi valori devono appartenere a tutte le istituzioni. Il premio a Vittorio Feltri da parte del Comune di Termoli e del Consiglio regionale rappresenta un grave errore e un terribile autogol per il centrodestra molisano. Feltri è ormai noto per posizioni e dichiarazioni spesso in aperto contrasto con i valori di solidarietà, uguaglianza e tutela dei diritti che le Istituzioni tutte dovrebbero promuovere. Non è solo e semplicemente, come qualcuno vorrebbe far credere, una questione di appartenenza politica. Lo afferma in una nota il segretario di SI Molise Vincenzo Notarangelo. Riconoscere pubblicamente una figura che da anni alimenta un clima di odio significa legittimare un modello di società che va respinto con fermezza. Le istituzioni hanno il dovere di premiare chi contribuisce al progresso civile, non di offrire palcoscenici a chi diffonde narrazioni che amplificano le fratture sociali. Esprimo – conclude – la netta contrarietà a questa scelta, a nome personale e del partito che rappresento e rivolgo una domanda agli esponenti della destra molisana: siete davvero tutti concordi con le opinioni di Vittorio Feltri?».
La cerimonia, pensata per celebrare la “fierezza sannita” e il legame con il territorio, si è trasformata in un caso politico e sociale. Da un lato, l’amministrazione e il Consiglio regionale rivendicano la scelta come «un omaggio alla cultura e alla libertà di pensiero»; dall’altro, associazioni e opposizioni denunciano «un premio che legittima linguaggi e atteggiamenti incompatibili con i valori costituzionali». Il dibattito è destinato a proseguire, mentre Feltri, nel corso della videoconferenza, ha ribadito: «Non mi interessa piacere a tutti, mi interessa dire ciò che penso».






























