Davanti a tutti il P.D. col sindaco uscente Angelo Sbrocca che si presenta con quattro schieramenti. Mai come in questo periodo si è dato un gran da fare per inaugurare, presenziare, intervenire, arringare per convincere il popolo termolese. Ha ristrutturato il MACTE (Museo d’arte contemporanea termolese). Così finalmente anche il maestro Achille Pace sarà contento perché riavrà una sua Galleria, che gli spetta di diritto dai tempi di La Penna.
A breve distanza seguono le truppe di Marcella Stumpo, a capo di due schieramenti di sinistra. La novella Giovanna d’Arco della politica termolese si presenta con tutte le carte in regola per ben figurare: opposizione al tunnel e rivendicatrice del malcontento di quei termolesi che si sono sempre opposti al progetto di riqualificazione definita “grande scempio” dall’opposizione alla politica dell’attuale sindaco.
Il terzo schieramento è composto da ben sei coalizioni, pazientemente tenute in riga da Francesco Roberti. Rappresentano la destra in quanto, oltre alla Lega e Forza Italia, si compongono anche di rappresentanti di Fratelli d’Italia e altri tre Movimenti destrorsi. Insomma, un’accozzaglia di fuoriusciti anche dell’attuale amministrazione che, spesso, per una vergognosa convenienza…esistenziale, sono passati nelle file di destra. Un vero-schifo-politico-sociale-opportunistico. Questa “Armata Brancaleone” ha come priorità del suo programma elettorale, l’idea di… “ristrutturare” Termoli.
Dulcis in fundo, Nick Di Michele, rappresentante del Movimento 5 Stelle (…e una gazzosa, come ebbi a definirlo in un mio precedente articolo tempo fa). Non ha altre liste elettorali a sostegno. Sicuro di sé, corre da solo! Dati i suoi trascorsi – come: legarsi con le catene fuori del Municipio, urlare in modo scomposto durante i Consigli Comunali, dare del dittatore al Sindaco in più di un’occasione, definendosi, poi,, lui stesso “dittatore” – ricorda il rivoluzionario Emiliano Zapata che nel 1910 insieme a Pancho Villa combatté contro la dittatura messicana. Un personaggio imprevedibile, colorito; quasi da guerra civile. Ma non credo che Termoli voglia arrivare a tanto! A meno che, essendo lui albanese, Skandenberg non ci metta lo zampino…
Le elezioni in Italia sono diventate una farsa che se non fosse ”tragica” potrebbe essere addirittura definita “comica”. In particolare, la destra termolese recluta persone “importate” da tutto il Molise. Poiché riteniamo la politica un “tragico teatrino” di marionette, l’abbiamo trattato come tale e, come in tutte le tragedie che si rispettino, abbiamo fatto seguire un coro, come in quelle “greche”, che, nel nostro caso, diventano “Tragedie…termolesi”.
Saverio Metere