Tale circostanza suscita indignazione e preoccupazione per lo stato di degrado in cui l’amministrazione regionale ha relegato il prestigioso istituto di studi storici, triste quanto veritiera metafora della considerazione che la politica regionale riserva alla cultura. Peraltro, come è (dovrebbe essere) noto, ai sensi del combinato disposto dagli artt. n. 11 e 12 della legge regionale n. 33/04, la dotazione organica, determinata in dieci unità (“distinta in qualifiche dirigenziali e qualifiche non dirigenziali, è costituita da dipendenti appartenenti al ruolo organico della Regione Molise, assegnati all’Istituto con deliberazione della Giunta regionale”), allo stato risulta composta di sole due unità, con ogni conseguenza e pregiudizio sulla funzionalità dell’istituto e sulla mortificazione della dignità del personale incaricato.
Dal 1 luglio 2010, inoltre, il dirigente ed un funzionario amministrativo, responsabile dell’Ufficio Affari Generali e dell’Ufficio Biblioteca, sono in quiescenza. Non risulta assegnata all’Istituto, ormai da anni, la figura del funzionario contabile, ancorché ripetutamente sollecitata, anche a mezzo di specifiche mozioni consiliari, e di indispensabile necessità, attesi gli adempimenti contabili amministrativi obbligatori per legge (predisposizione di bilancio consuntivo 2010 e preventivo 2011, che allo stato sembrerebbero non effettuati). Peraltro tale carenza ha costretto l’Istituto al ricorso a forme di collaborazione, per il cui utilizzo risulterebbe in itinere, presso il giudice del lavoro, un contenzioso.
Le descritte circostanze risultano suscettibili di integrare gli estremi di condotte omissive lesive della dignità dei funzionari e del personale in servizio secondo le mansioni e la qualifica, dunque della dignità e dell’immagine professionale per le modalità umilianti delle condizioni dei luoghi di lavoro (contestabili, tra l’altro, ai sensi dell’art. 2087), nonché lesive dei diritti costituzionalmente protetti, quali quello alla salute, oltre che sotto l’aspetto della conformità dei luoghi alle normative sulla sicurezza, in passato formalmente rappresentate e tuttavia mai riscontrate.
In considerazione della assoluta gravità di quanto rappresentato, si sollecita un tempestivo intervento che ripristini le condizioni minime di agibilità, di sicurezza, di salubrità igienica dei luoghi e dunque di legalità dell’azione amministrativa con riferimento all’istituto Iresmo, anche con riferimento alla dignità dei funzionari e dipendenti regionali costretti in condizioni vergognose e indegne che si protraggono da mesi, pur a fronte di una spesa pubblica regionale che per altri enti o istituti risulta al contrario particolarmente disinvolta.
Avv. Massimo Romano