L’IdV prende le distanze da questo governo regionale incapace di reagire ai colpi inferti a ciò che rimane del traballante sistema dei servizi sociali e con gli Ambiti territoriali costretti ad azzerare alcuni dei non molti servizi previsti nei vari Piani Sociali di Zona. Ma meraviglia anche il silenzio del Terzo Settore, che forse risente in maniera eccessiva della mancanza di un’adeguata sintesi e rappresentanza, mostrando un’evidente incapacità di esprimere la sua terzietà rispetto al ruolo egemone esercitato dal pubblico (Primo Settore).
Oltre all’obiettivo di far emergere la verità, cercheremo di impedire che i soggetti deboli del circuito assistenziale siano ridotti alla dipendenza e alla cronicizzazione; questo è il destino loro riservato dacchè l’unico strumento a loro disposizione consiste in sporadici sussidi, dal momento che sono stati privati dell’apporto del settore no profit che consente servizi caratterizzati dalla solidarietà e dalla flessibilità, nonchè interventi fortemente personalizzati, capaci di tener conto della specificità dei bisogni derivanti da cause multifattoriali, difficili da scindere. All’obiezione prevedibile della mancanza di risorse rispetto a quanto andremo a prospettare, l’IdV risponde che i fondi possono essere facilmente reperiti operando un ridimensionamento dell’enorme spesa improduttiva legata ai costi stratosferici della politica (dalle indennità alle macchine blu, dalle spese di rappresentanza ai gruppi consiliari anche monocellulari, dalla pletora di commissioni speciali ai numerosi viaggi all’estero privi di qualsiasi ritorno, dal ricorso eccessivo alle consulenze allo sfarzo di sedi di rappresentanza extraregionale) e una riqualificazione dei centri di spesa, seguendo un contesto di scelte che privilegi le fasce più deboli e facendo si che i tagli, pur necessari, non siano orizzontali, bensì graduati tenendo conto del minor impatto che di certo producono sicuramente nelle fasce più abbienti della popolazione.
All’Assessore regionale competente l’IdV chiede l’impegno di reintegrare, in modo consistente anche se non nella totalità, il taglio al FUS operato dal Governo Berlusconi per assicurare la continuità nei servizi socio-assistenziali che vengono erogati dai sette Ambiti territoriali. Analogamente, per impedire la messa in liquidazione dell’esaltante esperienza che in questi anni il Servizio Civile, che ha posto in essere, chiediamo all’Assessore regionale di implementare le somme da stanziare a favore dei progetti a valenza regionale, ritenendo di utilità sociale il ruolo insostituibile ricoperto dagli Enti accreditati all’Albo regionale del Servizio Civile. Riteniamo inoltre che occorra agire anche sul versante della qualificazione della programmazione regionale dei servizi socio-assistenziali mediante l’introduzione dei LIVEAS per assicurare la certezza di servizi comuni sull’intero territorio regionale, per privilegiare maggiormente i servizi alla persona piuttosto che le asfittiche strutture burocratiche e valorizzare l’apporto del Terzo Settore affinchè si passi dal welfare state al welfare community. Tale passaggio implica l’inserimento a pieno titolo, nel circuito della programmazione locale, dall’analisi dei bisogni, di una concertazione per la programmazione, progettazione e realizzazione della rete di unità di offerta sociale, affinchè si stabiliscano procedure e strumenti atti a garantire la partecipazione degli utenti ai processi di qualità dei servizi, nonché un sistema di indicatori della qualità percepita dagli utenti e idonei strumenti di rilevazione da utilizzare in tutte le strutture e i servizi che concorrono all’attuazione del sistema integrato dei servizi sociali di ambito.
L’IdV, in pratica, chiede una nuova governance nelle politiche sociali, con un modello di gestione dei processi di programmazione in cui l’efficacia dell’azione pubblica dipenda non solo dall’attività tipicamente politico-amministrativa, ma derivi anche dal raccordo tra attori istituzionali e attori sociali nonchè dalla loro capacità di condividere obiettivi e cooperare per raggiungerli. Per supportare tali richieste l’IdV, tramite i propri eletti nelle assisi consiliari municipali, richiederà la convocazione di consigli municipali monotematici per affrontare il pericolo dello smantellamento dei servizi sociali erogati dagli Ambiti territoriali ai quali si chiede di uscire dall’imbarazzante silenzio per denunciare pubblicamente la circostanza che i tagli decisi annullano di fatto la programmazione del triennio 2009/2011 e per richiederne il reintegro mediante l’utilizzo di fondi propri regionali, sulla falsariga di quanto deciso da tante regioni virtuose, da sottrarre all’ingente spesa improduttiva di una logora e consunta classe politica del centrodestra mossa solo dalla voglia di autoconservazione a danno dei cittadini, che nega il “bene comune” come principio ispirativo fondamentale dell’agire politico. Se tutto ciò rimanesse inascoltato, l’IdV si renderà protagonista di opportune iniziative per informare e dare voce a quanti oggi sono ignari destinatari di tali scellerate scelte, nella convinzione che assieme si possa meglio contrastare l’insensibilità che la classe politica del centrodestra locale ha mostrato verso chi non ha molto da offrire in questa sorta di baratto elevato a rango di principio ispiratore dell’iniziativa politico-amministrativa.