Tali carenze richiedono un impegno da parte di tutte le Istituzioni, perché si raggiungano gli obiettivi che la Rete per la Salute Mentale molisana ritiene imprescindibili per la piena funzionalità dei CSM. Pertanto sono assolutamente da perseguire: un aumento progressivo del personale medico, infermieristico, psicologico, degli assistenti sociali, dei tecnici della riabilitazione e degli amministrativi; lo sviluppo e l’integrazione dei servizi per il trattamento dei pazienti con disturbi alimentari, doppia diagnosi e con disturbi di personalità; la tutela più capillare della salute mentale nelle Carceri della Regione; un aumento della quota del budget, previsto come 5% dalle leggi, che invece in questo ultimo anno è stata del 2.5%; un riordino della residenzialità psichiatrica, con particolare attenzione agli aspetti di intensità, qualità, appropriatezza per meglio rispondere ai nuovi bisogni di salute; l’incremento delle possibilità di intervento dei tre Centri Diurni. Per ogni tema, la Rete ha proposte puntuali e articolate, che si prefiggono anche una razionalizzazione della spesa.
Ad esempio, per le strutture residenziali (quelle che prima venivano chiamate case-famiglia): per Campobasso è prevista 1 Comunità destinata ai pazienti con Ritardo Mentale e gestita dal Distretto; ad Isernia una sarebbe destinata a pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare e una a quelli con Dipendenza da Alcol.
A Termoli si potrà solo prevedere un aumento del numero delle Comunità, a causa della penalizzazione che va avanti da 30 anni! Infatti tutto il Basso Molise può contare esclusivamente su una Comunità a 10 posti e una a 4 posti (peraltro quest’ultima prevede una ridotta presenza di operatori). Tutte queste riconversioni farebbero rientrare in Regione pazienti oggi ricoverati altrove, con costi enormi. Così come non è sufficiente il recente rifinanziamento (solo per un anno!) dei Centri socio-lavorativi: è fondamentale la messa a regime di tali programmi per l’inserimento lavorativo, come sperimentato con esiti positivi nel progetto specifico, che ha avuto riconoscimenti nazionali e l’inserimento in un articolato programma con l’ISFOL.
La Rete per la salute mentale propone con forza che si integrino diversi organismi, in modo da rendere effettiva l’attribuzione delle borse-lavoro, facendo ricorso ai “tutors” che accompagnano gli utenti in questo percorso. In definitiva, ancora al Meridiano si farà sentire con vigore la forza di una Rete che tra utenti, familiari, cooperative ed operatori può contare su almeno 20000 persone.