TERMOLI _ Accusata di aver contaminato insieme al compagno l’acqua di un intero condominio di Termoli con una sostanza nociva per vendetta, è stata assolta dalla pesantissima accusa. Protagonista dell’inquietante episodio, accaduto alcuni anni addietro a Termoli ai danni di un condominio di via Polonia, una donna del posto, convivente di un disabile già condannato a 7 anni dal Tribunale per lo stesso reato: avvelenamento di acqua. La sessantenne, difesa dall’avvocato Roberto D’Aloisio, è stata ritenuta estranea ai fatti dai giudici della Corte d’assise di Campobasso davanti ai quali è comparsa a seguito del rinvio a giudizio.
Secondo gli inquirenti i due versarono nel serbatoio di un grosso palazzo dove risiedevano numerose famiglie il liquido tossico che, una volta diluito in acqua e giunto nei rubinetti delle abitazioni avrebbe potuto trasformarsi in una sorta di trappola letale per le inconsapevoli vittime. Uno dei residenti della zona ha però evitato il disastro allertando la Polizia di Stato di Termoli perchè accortosi di qualcosa. La coppia, secondo i Pm, avrebbe organizzato la vendetta per una sorta di ritorsione nei confronti di alcuni condomini. In quello stabile erano proprietari di un garages e per litigi e dissaporti sembrano abbiano architettato l’incredibile quanto inverosimile piano poi messo in atto.
L’uomo, con problemi di deambulazione, è stato già giudicato in primo grado e ritenuto colpevole. La sua era una posizione delicata. La Procura su quell’episodio accaduto a Termoli a seguito di indagini della Polizia locale, aprì un fascicolo sulla termolese sfociato in denuncia a piede libero. A sostenere l’accusa nel dibattimento processuale è stato il Sostituto Procuratore di Larino Luca Venturi mentre il Presidente della corte è stato Di Giacomo. Il gesto incomprensibile dei due scatenò il panico nel condominio e fu molto discusso in città dai residenti del quartiere che rimasero a dir poco sconcertati, terrorizzati, dall’accaduto.
