CAMPOBASSO _ A seguito della recente giurisprudenza tributaria, che ha definito impropria l’applicazione della tassa di concessione governativa, l’A.D.O.C. (Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) lancia la campagna contro la suddetta tassa, illegittimamente prevista per gli abbonamenti privati e business dei telefoni cellulari. Con l’entrata in vigore del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, D.Lgs. n. 259/2003, infatti, è stato liberalizzato il mercato; ciò ha inciso anche sull’applicazione della tassa di concessione governativa per il servizio di telefonia radiomobile. Occorre infatti rilevare che la tassa di concessione governativa va corrisposta là dove la legge imponga come obbligatoria una concessione o una autorizzazione per l’esercizio di una determinata attività, mentre l’attività di chi si serve di un telefono cellulare sulla base di un contratto con una società fornitrice di servizi di telefonia mobile non è sottoposta dalla legge ad alcun tipo di provvedimento amministrativo, sia pure implicito.
Pertanto, non vi è più il presupposto per l’applicazione della tassa sulle concessioni governative, che quindi non è dovuta. L’A.D.O.C. riconosce anche l’impegno significativo preso dai gestori di adoperarsi per il riconoscimento definitivo dell’abrogazione dell’imposta, e si augura che, operando insieme, attraverso l’apertura di un dialogo che porti alla definizione di una soluzione per la restituzione di quanto dovuto che eviti il più possibile dispendio di soldi da entrambe le parti, si chiarisca definitivamente la questione, arrivando all’eliminazione di una tassa effettivamente ingiusta. Ad ogni modo, qualora non si arrivi ad un chiarimento definitivo in merito, l’Associazione A.D.O.C. assisterà tutti i consumatori interessati nelle competenti sedi giudiziarie che verranno individuate.
L’Associazione ha infatti messo a disposizione dei consumatori una lettera di diffida per richiedere il rimborso di quanto pagato negli ultimi tre anni, calcolando per i contratti privati 5,16 euro al mese moltiplicato per 36 mesi (per un massimo di 185,76 euro), per i contratti business 12,91 euro al mese per lo stesso periodo (per un massimo di 464,76 euro). La diffida va inviata presso la sede legale della propria compagnia telefonica a mezzo raccomandata A/R, e per conoscenza all’Adoc anche via fax o posta elettronica. Ricordiamo che è necessario allegare copia delle fatture e delle ricevute di pagamento. Le lettere di diffida sono disponibili online sul sito dell’Adoc (www.adoc.org) e presso le sedi territoriali, dove è possibile rivolgersi per qualsiasi chiarimento in merito. Per quanlunque domanda o chiarimento, l’ADOC Molise e Provincia di Campobasso invita tutti i cittadini a recarsi presso una delle sedi dell’Associazione – Campobasso alla Via Conte Verde n. 3 (0874.418560) e Termoli in Via S. Pertini n. 1 (0875.707103) Bojano alla P.zza Roma n. 4 (Tel. 0874.782973).