Nicola Occhionero
CAMPOMARINO _ “La battaglia per la cultura segna un punto a favore: vuol dire, quindi, che è servita a fermare la mannaia che si sarebbe abbattuta sul settore e su chi ne è parte. Ma questo primo punto a favore non significa abbassare la guardia”. Commenta così l’aumento del Fus, Fondo Unico per lo Spettacolo, deciso ieri dal Consiglio dei Ministri l’assessore provinciale alla Cultura Nicola Occhionero. “Il CdM ha evidentemente tenuto conto dell’onda di protesta che si era alzata fin da subito e credo che anche la fuoriuscita di Bondi dall’Esecutivo assuma un significato importante nel contesto della battaglia che in tantissimi abbiamo portato avanti”. Come è noto il Consiglio di Ministri, nella seduta di ieri, ha varato un decreto per il reintegro dei fondi destinati alla Cultura. E’ stato abolito, secondo quanto annunciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, l’aumento di un euro disposto sui biglietti del cinema. In compenso, il tax credit per lo spettacolo è stato finanziato con parte di un aumento delle accise della benzina.

Lo stesso sottosegretario Gianni Letta ha precisato che il Fondo Unico per lo Spettacolo ritorna al livello dello scorso anno con una cifra superiore ai 438 milioni. Sono stati stanziati 149 milioni di reintegro per lo spettacolo, 80 milioni per la conservazione dei beni culturali, 7 milioni per gli istituti culturali”. “Un cambio di passo che ci fa ben sperare – spiega ancora l’assessore provinciale Nicola Occhionero – soprattutto se contestualizzato nell’attuale momento storico che evidenzia la sofferenza dell’intero settore che soffre di una crisi senza precedenti. Le ripercussioni coinvolgeranno l’intero Paese, le comunità locali, i cittadini, il mondo del lavoro, l’intero sistema produttivo. Non dobbiamo rinunciare ad uno dei comparti economici chiave per restituire all’Italia la competitività che aveva e che merita nello scenario internazionale. L’industria culturale è costantemente in crescita ed ha dimostrato di resistere alla generale caduta dei consumi anche nei momenti di maggiore crisi. Non possiamo permettere che vengano compiuti altri saccheggi, che un patrimonio simile venga disperso: raggiungere questo obiettivo è possibile solo continuando ad investire in un settore che può essere determinante per rilanciare uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia nazionale. Occorre che sia davvero piena la condivisione dell’idea che la cultura è fattore strategico e richiede un volume adeguato e certo di risorse finanziarie al pari degli altri settori produttivi e di un quadro trasparente di regole di lungo respiro. Non possiamo rischiare una recessione culturale che si potrebbe sostanziare nel mancato sostegno alle produzioni artistiche, alle azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio comunale e ambientale, alle attività dello spettacolo e della promozione culturale. Senza contare che l’Italia intera sarà un po’ più povera se l’offerta culturale s’inaridirà”.

La cultura è riconosciuta come elemento centrale nella definizione dell’identità nazionale così come le iniziative, le attività e i beni culturali sono immagine identificativa della nazione all’estero. “La sensibilizzazione e la mobilitazione che dovrebbero coinvolgere nei prossimi 26, 27 e 28 marzo tutti gli operatori di cultura attraverso una campagna nazionale di comunicazione che ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini, l’opinione pubblica e i rappresentanti politici e istituzionali sullo stato di crisi della cultura italiana non possono non prendere le mosse dalla necessità di affermare, ancora una volta con forza, la centralità della cultura nelle politiche economiche e sociali nazionali come strumento reale e documentato di crescita civile ed economica. Il nostro obiettivo – conclude l’assessore provinciale Nicola Occhionero – è assicurare livelli certi e adeguati di finanziamento del settore che consentano la sua esistenza e il suo sviluppo. Occorrono anche strategie utili allo scopo come, ad esempio, la previsione di forme di incentivazione fiscale per le donazioni in favore della cultura, il sostegno all’occupazione e allo sviluppo delle professionalità del settore anche attraverso opportuni interventi formativi, attraverso investimenti per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale e ambientale con il coinvolgimento degli enti locali, attraverso la promozione di processi di modernizzazione nella gestione e nella produzione sostenendo la creatività giovanile e attuando politiche culturali di livello europeo”.

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2 Commenti

  1. NON succede niente
    Si vede proprio che a Campomarino regna la noia e l’abbandono. Non succede mai niente! Ed ecco allora, proprio per raccontare qualcosa, arriva l’esternazione del buon Nicola! Di primo acchitto, per qualcuno che proviene da Canicattì, leggendo il titolo, potrebbe pensare che addirittura egli stesso abbia lavorato presso il Consiglio dei ministri per il varo di questa nobile iniziativa. No, nulla di tutto ciò! E’ solo un commento!

  2. per anonimo veneziano
    è un commento pure non corretto. qualcuno ha spiegato all’assessore che per dare un pò di fondi alla cultura il molise deve aumentare le tasse sulla benzina e poi lui cosa ha fatto per la cultura da quando è assessore? per che cosa ci ricorderemo in questo campo di lui?