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PALATA – E’ di Palata il giovane avvocato firmatario del ricorso al Tar del Lazio che ha bloccato il concorso magistrati previsto il 25, 26 e 27 giugno per 365 posti. Il legale di 34 anni, originario del Basso Molise, dove è tornato in questi ultimi giorni, a causa di una malattia è costretto a trasfusioni a giorni alterni e, per questo, impossibilitato a concentrarsi sull’impegnativa “tre giorni” a Roma con test estremamente complessi.

Una vicenda che è rimbalzata subito sui media nazionali ma ieri è arrivato il secondo “colpo di scena” in pochi giorni. Il Consiglio di Stato ha sbloccato la selezione “paralizzata” dai giudici amministrativi laziali a seguito dell’azione legale. Dunque, il concorso si terrà regolarmente a seguito del ricorso del Ministero della Giustizia davanti ai giudici di secondo grado. Affetto da una grave disfunzione renale, l’avvocato è costretto un pomeriggio sì e uno no a sottoporsi ad una dialisi che lo affatica molto.

Per tale motivo si è rivolto al Tar, con gli avvocati Massimo Clara e Michele De Fina, chiedendo di poter svolgere le prove scritte in giorni non consecutivi, appellandosi alla legge 68 del 1999 che garantisce ai disabili la possibilità di partecipare a tutti i concorsi per il pubblico impiego in parità di condizioni con tutti gli altri concorrenti. A seguito dell’iniziativa legale, in 20.787 concorrenti sono rimasti “al palo”. L’Avvocatura generale dello Stato, per conto del ministero della Giustizia, ha obiettato che: “non sarebbe possibile fargli svolgere separatamente una delle prove scritte in un giorno diverso dagli altri candidati, perché altrimenti la regolarità del concorso potrebbe essere inficiata”.