Siamo ancora nel guado e dal guado non si esce.
CastelloNatale2016TERMOLI – Alla mangiatoia di Betlemme si presentarono tre Re Magi: Gasparre, Melchiorre e Baldassarre. Il primo portava un boomerang australiano d’ORO, il secondo aveva il capo cosparso d’ INCENSO e l’ultimo aveva sul cammello un barile di  BIRRA che spesso serviva per fare ubriacare il SovranoErano stati sindaci della città e volevano  partecipare, ancora una volta, alle glorie cittadine. 
Durante le riunioni dei Consigli si erano posti, naturalmente, all’opposizione. In loro compagnia c’erano alcuni movimenti politici di recente formazione e movimenti PENTASTELLARI  che, nei momenti critici, staccavano la stella più luminosa che avrebbe dovuto interloquire per loro  ed indicare la strada da seguire verso la grotta municipale dove risiedeva il Sovrano. 
Questi, attorniato dai suoi fedelissimi e protetto dalla “lunga ombra”,  assiso sulla “sua” poltrona, per un giorno e in occasione delle feste natalizie, diventava buono. Con il calice alzato distribuiva auguri e consigli a destra e a manca:


“AUGURI A TUTTI QUELLI CHE, IN BUONA FEDE, NON CONOSCONO QUESTO DECALOGO.
E cioè:
che NON esiste  la GIUSTIZIA per i giusti ma solo per i potenti e i prepotenti;
che i campi di sterminio sono solo un’invenzione di  uomini cattivi;
che tutti i profughi che sono annegati non volessero semplicemente fare un bagno nel mare; 
che tutti gli uomini, donne e i bambini che partono dalle loro terre non vogliono venire in Europa per fare la villeggiatura;
che la LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA  inizieranno solo quando finiranno le guerre e ogni uomo potrà starsene LIBERO a casa sua con la propria famiglia;
che, da sempre, l’uomo fa la guerra solo per bramosia di potere e di denaro;
che l’uomo di oggi non è migliore di quello di quei popoli barbari che facevano stragi solo per depredare le popolazioni sottomesse;
che, spesso, è inferiore agli stessi animali che uccidono solo per sopravvivere. Quindi, quando si dice che…l’uomo è una bestia non è vero! E’ molto peggio;
che  aspetta le vacanze di Natale per mettersi in mostra, perché è  vanitoso e, il più delle volte, fa  gli auguri per convenienza, per abitudine: perché si usa;
che molti vanno anche a confessarsi i peccati così possono continuare a peccare”.

È difficile accettare o anche solo conoscere  tale DECALOGO. Ma  in un  periodo in cui tutti dobbiamo volerci bene (sic!), tra un panettone e un bicchiere di spumante, un sorriso ed una tombolata o una partita a burraco, oltre alle nostre disgrazie interne, pensiamo anche a chi trascorrerà un Natale tra le rovine del proprio paese o su un gommone al largo di Lampedusa.

Grazie per l’attenzione.

Saverio Metere
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.