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ComitatiReferendumTermoliTERMOLI – In un recente scritto dal titolo “Buone idee viste in giro” il Prof. Arch. Luigi Marino parla dei referendum che si svolgeranno a Ginevra il prossimo 28 febbraio (di cui uno proprio riguardante un tunnel: il raddoppio del tunnel del Gottardo) mettendo in evidenza come la campagna referendaria avvenga in un clima di civiltà e tolleranza “anche quando il dibattito si fa duro tra i sostenitori del Si e del No”.

Tutto l’opposto accade a Termoli dove, fin dalla presentazione dei quesiti referendari, sette mesi fa, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sbrocca si è messa di traverso rispetto ai referendum comunali, assumendo un atteggiamento di aperta ostilità. L’amministrazione Sbrocca si è resa responsabile di atti e di comportamenti che ledono i principi basilari della democrazia. Nel momento del suo insediamento essa aveva il dovere istituzionale di costituire la commissione referendaria e di prevedere nel bilancio comunale il costo del procedimento referendario.Colpevolmente non ha reputato di adempiere a questo suo dovere. Nel momento della presentazione dei quesiti referendari depositati in comune dai coordinamenti referendari “PartecipaTErmoli e TermoliDecide” il 29 luglio 2015, poteva correggere questa sua negligenza, ha scelto invece di perpetuare nel suo atteggiamento di ostruzionismo nei confronti dei diritti dei cittadini non costituendo la commissione.
Il 17 febbraio assisteremo al quarto Consiglio comunale consecutivo con sempre lo stesso e identico punto all’ordine del giorno: la nomina della commissione referendaria. Con un balletto burocratico osceno, ha dilatato i tempi dell’approvazione della commissione per poter arrivare alla stipula del contratto di appalto per la realizzazione del tunnel di via Roma per cercare di impedire di fatto il referendum cittadino. Questi sono i fatti inoppugnabili.

A questo disprezzo dei doveri istituzionali e al non rispetto della dignità democratica dei cittadini termo/LESI il sindaco Sbrocca ha aggiunto palesi alterazioni della verità. Riportiamo una dichiarazione (altre ne sono seguite su stampa e televisioni regionali) del 22-luglio-2015 rilasciata ad un quotidiano on line: “Cinque milioni di euro per un foro sotto il centro di Termoli sono tanti, considerando anche che è un finanziamento regionale impossibile da usare per altre opere. Il vincolo ci imponeva di fare un’opera strategica di nuova viabilità, quindi no alla manutenzione o asfalti del vecchio”.
 
Questa affermazione è smentita da documenti regionali del bando di rimodulazione dei fondi per la viabilità nonché dai progetti presentati da altri Comuni che hanno ottenuto il medesimo finanziamento puntando proprio su interventi di manutenzione dell’esistente. Nello specifico sono stati accolti:
7 progetti di completamento di opere viarie esistenti;
22 progetti di messa in sicurezza di tratti stradali;
13 progetti di risanamento di strade comunali in altrettanti centri molisani.
Dati, questi, confermati dall’Assessore Nagni in risposta a una specifica interrogazione regionale. Evidentemente uno dei due si sbaglia. Basta spostarsi di pochi chilometri, a Campomarino, per scoprire che gli stessi fondi sono stati destinati al rifacimento dell’asfalto della strada di accesso al santuario di Madonna Grande.

Il primo cittadino ha inoltre dichiarato a più riprese “quest’opera non costerà un euro ai cittadini termolesi”, sottacendo così i rilevanti costi di manutenzione e gestione, che graveranno in eterno sulle tasche dei termolesi e delle future generazioni. Sono dichiarazioni gravissime che mettono in seria discussione l’adeguatezza del sindaco Angelo Sbrocca ad assolvere al suo ruolo istituzionale. La lunga storia dell’iter che dovrebbe portare al voto dei cittadini è la palese manifestazione dell’esercizio di un potere irresponsabile verso i suoi doveri istituzionali, che sono quelli di rendere fattivi gli strumenti di partecipazione democratica previsti dalla Costituzione e dallo Statuto comunale.
Non meno allarmanti le parole dell’assessore all’urbanistica Pino Gallo che in un intervista televisiva ha affermato che “la proposta di referendum sul Cinema Adriatico é la prima proposta di referendum espropriativo in Italia”. Gallo confonde volutamente ‘esproprio’ con ‘acquisizione’ per far intendere che il referendum proposto è inammissibile. Dovrebbe invece sapere che l’acquisizione può avvenire in vari modi (permuta,compravendita,donazione,ecc.) che nulla hanno a che fare con l’esproprio.Ad essere espropriati finora sono solo i cittadini termolesi,del sacrosanto diritto alla partecipazione.
Ancor più gravi le parole adoperate, ancora dall’assessore, per giustificare la totale assenza di confronto e dibattito (anche solo in sede di Consiglio comunale) circa la realizzazione del tunnel, asserendo, agli stessi microfoni, che la realizzazione del tunnel fosse un’idea presente nel programma elettorale del sindaco Sbrocca ed esposta in campagna elettorale ma così non è: nel programma non vi è traccia del tunnel.

Tali atti, reiterati e inqualificabili, specialmente se inseriti all’interno di un ottica di confronto con la cittadinanza, rendono l’attuale amministrazione inaffidabile per il compito che riveste e pertanto ne chiediamo le dimissioni.

Per salvare la sua credibilità politica e personale davanti alla cittadinanza, il sindaco Sbrocca non ha che da compiere tre cose:
1. smentire le affermazioni riguardo ai fondi vincolati;
2. sospendere immediatamente il procedimento che porterà all’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione del tunnel e dei parcheggi annessi;
3. far sì che il Referendum si svolga prima della scadenza dei sei mesi che la ditta aggiudicatrice ha a disposizione per presentare il progetto definitivo.

I Comitati referendari, alla luce di quanto scritto, rinnovano con forza l’appello alla partecipazione attiva di tutti i cittadini di Termoli, unici e veri amministratori della propria Città.

I Comitati referendari