Presentata una mappa degli impianti eolici e fotovoltaici in Molise: allerta sulla trasformazione del paesaggio.
TERMOLI – Nel centro pastorale Ecclesia Mater di Termoli si è tenuta oggi una conferenza stampa promossa dal Comitato 4 Giugno, che ha sollevato l’allarme riguardo alla trasformazione del Basso Molise in una discarica energetica. Tra i relatori presenti vi erano l’ex onorevole Famiano Crucianelli, l’agronoma Teresa D’Uva in rappresentanza dello Slow Food Basso Molise e l’imprenditore agricolo Salvatore Zeoli. Dopo gli interventi dei relatori, hanno preso la parola anche l’ex presidente della Regione Molise Giovanni Di Stasi, il sindaco di San Martino in Pensilis Giovanni Di Matteo e l’ex consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Manzo. Assente il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, invitato alla conferenza.
Il Comitato 4 Giugno, nel corso della conferenza stampa, ha espresso la determinazione nel voler evitare la devastazione dei terreni del Basso Molise e ha presentato una mappa contenente gli impianti eolici e fotovoltaici già realizzati e quelli in fase di autorizzazione. Si è sottolineata la necessità di proteggere le zone più belle destinate all’agricoltura e di difendere il patrimonio paesaggistico della regione.
“Questa mappa che abbiamo predisposto”, spiegano i rappresentanti del Comitato 4 Giugno, “dovrebbe far insorgere tutti coloro che hanno un legame con la nostra terra. La stessa città di Termoli, che punta a un turismo di qualità, ne resterebbe sfregiata con la costruzione di tutti gli impianti previsti”.
Il sindaco di San Martino in Pensilis, Giovanni Di Matteo, si è dichiarato sconcertato dalla situazione, affermando che il Molise non trarrebbe alcun vantaggio dall’installazione di impianti eolici off-shore al largo di Termoli. Al contrario, questi impianti comprometterebbero un’area marina di grande importanza, senza apportare benefici tangibili alla regione. Di Matteo ha evidenziato che altre sette regioni italiane, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche e Valle D’Aosta, hanno solo 21 impianti , mentre in Molise se ne contano già 321, una proporzione insostenibile.
Il Comitato 4 Giugno ha annunciato una raccolta di firme e manifestazioni di sensibilizzazione della popolazione nel caso in cui gli amministratori regionali non ascoltino le loro richieste.