TERMOLI – È stato un consiglio comunale “fiume” quello andato in scena oggi a Termoli. Iniziato alle 9.30 di oggi, si è concluso alle 17 per la discussione di 20 punti all’ordine del giorno. Non sono mancati colpi di scena e sospensioni per riunione capigruppo e pausa pranzo. L’assemblea civica si è aperta con la discussione sulla proposta del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Termoli Nick Di Michele sull’istituzione del registro delle unioni civili. L’assemblea ha rinviato ad altro consiglio comunale la decisione nonostante la sottoscrizione della richiesta del consigliere di maggioranza Orlando, condivisa appieno dall’esponente del Pd Salvatore Di Francia.
Approvato, invece, il marchio “Costa dei Delfini”, nonostante sia stato ripreso dalla più blasonata costa ligure che l’ha utilizzato per 10 anni. “Questa deliberazione è illegittima a mio avviso – ha commentato l’ex sindaco Antonio Di Brino. ll logo non lo deve proporre ed approvare il Comune di Termoli ma un’assemblea dei 4 comuni che, nel 2014, decisero di mettersi insieme e procedere con l’accordo di programma che prevedeva la costituzione della riviera molisana. Tale intesa consentiva di utilizzare fondi europei. Per quanto mi riguarda questo atto non è legittimo perché a deliberare doveva essere l’assemblea dei comuni e non il consiglio di Termoli”. È passato anche il manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo, la sosta breve di 20 minuti sulle strisce blu, l’attivazione di un posteggio per disabili vicino all’asilo di via Cina. Rinviata in commissione la mozione sul divieto di attendamento dei circhi con animali.
L’accordo di programma del quartiere “Crocifisso” è stato votato a maggioranza ed è passato. Il consigliere di maggioranza Antonio Giuditta si è astenuto mentre la minoranza non ha partecipato al voto. L’interrogazione sul giudice di pace è stata ritirata a seguito del decreto di soppressione del presidio giudiziario termolese da parte del Ministro Orlando che entrerà in vigore entro qualche giorno.
Sulla vicenda c’è amarezza tra avvocati e cittadini. Destino diverso la mozione su via Udine, presentata da Di Brino che è stata anch’essa respinta dalla maggioranza davanti ad una rappresentanza del Comitato del quartiere, uscito dalla sala consiliare a dir poco indignata. “L’amarezza di non aver potuto chiudere la vicenda – ha spiegato l’ex sindaco – perché cadde l’amministrazione ed il rammarico di oggi di trovarsi davanti ad un’amministrazione che non si assume nemmeno la responsabilità di risolvere il problema”.


















