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LARINO – Il corso di formazione per Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, realizzato dalla Consigliera di Parità della Regione Molise Giuditta Lembo, è stato individuato come buona prassi nell’ambito della programmazione regionale 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo.
Un risultato che mi riempie di soddisfazione- afferma la Consigliera Lembo- soprattutto perché i Rappresentanti della Commissione Europea, presenti al Comitato di Sorveglianza che si è tenuto lo scorso 5 novembre presso il Consiglio regionale , hanno apprezzato molto il fatto che risorse comunitarie sia state investite nella formazione di una nuova figura quella del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ossia a formare professionisti interessati ad acquisire le necessarie competenze relative ad una figura che opera secondo una logica di mediazione, al di fuori di procedure solenni, allo scopo di allentare le tensioni nelle carceri, creare uno spazio comune di incontro e di relazione ed in via più generale, tutelare i diritti della popolazione carceraria con particolare riferimento alla salute, all’informazione, all’assistenza,alla formazione ed alla gestione dell’affettività.
L’acquisizione di una tale formazione – prosegue la Lembo- è imprescindibile dall’acquisizione di competenze specifiche finalizzate a trasferire la preparazione culturale, scientifica e pratica affinchè la punizione, la pena inflitta agli autori di reato non venga mai disgiunta dal rispetto della dignità dei diritti inviolabili della persona e affinchè il carcere non rappresenti più la forma prevalente di risposta sociale alla trasgressione, alla criminalità, alla volontà a delinquere o un luogo di semplice custodia. Inoltre, la privatizzazione della libertà personale, bene primario di ogni essere umano, si declina con modalità ed effetti diversi a secondo se la persona in questione sia donna o uomo. Inoltre, farsi carico della detenzione di una donna- precisa la Consigliera Lembo- è molto più complesso poiché significa abbracciare tutte le aree del disagio in quanto le donne sono portatrici di tematiche trasversali e connesse tra loro: figli, violenza,responsabilità della famiglia,sudditanza economica ed affettiva,tossicodipendenza,povertà,emarginazione,disagio mentale, disabilità , etc… In poche parole, la donna è il connettore di una società come la nostra, sorretta da un’unica istituzione: la famiglia, di cui è la base silente.
In Italia il grande problema del sovraffollamento carcerario, che non è trascurabile anche in
Molise, è un grave tema sociale che vede in crisi il sistema carcerario con una situazione di circa 70.000 ristretti nei 208 Istituti penitenziari dislocati su tutto il territorio nazionale rispetto ad una capienza complessiva di 45.000 unità.
A fronte di ciò, un importante intervento rivolto alla tutela dei detenuti è stato l’istituzione della figura del Garante , prevista già dalla Convenzione ONU del 1987 che impone a tutti gli Stati firmatari del Trattato contro la tortura di dotarsi di uno strumento civile, un organismo esterno ed indipendente rispetto all’apparato carcerario, a difesa dei diritti dei detenut. Tale figura è stata, istituita a livello regionale, provinciale e comunale in tantissime regioni d’Italia sin dal 2003 ( Regione Lazio) e ha visto la luce anche a livello nazionale l’11 marzo scorso in cui il Ministro di Giustizia ha firmato il decreto ministeriale relativo alla struttura e alla composizione dell’Ufficio del Garante nazionale in attuazione all’art. 7comma 4 del decreto legge n. 146 del 2013 recante “ Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria.
Anche in Molise, parallelamente al corso di formazione predisposto dalla Consigliera di Parità, è stata predisposta una proposta di legge istitutiva della figura del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, presentata agli organi d’informazione a febbraio 2014 con una conferenza stampa del Presidente della Regione Molise , Paolo di Laura Frattura, e la Consigliera di Parità Giuditta Lembo, proposta condivisa anche dalle strutture carcerarie presso le quali si è svolto lo stage del corso di formazione. Una legge che si attende venga approvata al più presto al fine di non disperdere e vanificare le aspettative dei corsisti così come delle strutture carcerarie, né vedere spese inutilmente risorse comunitarie con la conseguenza di un l’imbarazzante constatazione di ciò da parte degli stessi Rappresentanti della Commissione europea.
Del resto – aggiunge la Consigliera Lembo- non è auspicabile un’ eventuale risposta a tali aspettative con un accorpamento in un’unica figura di competenze ed interventi in settori che possono entrare in contrasto tra di loro in ragione dei diversi interessi da tutelare, come è già accaduto, per ragioni di riduzione di spese, in alcuni enti, che hanno sovrapposto le figure del Difensore civico, del Garante dei detenuti e del Garante dell’infanzia, tra l’altro, ciò non appare giustificabile, neppure in considerazione dell’attività svolta, della delicatezza dei temi trattati, della visibilità della funzione e della avvertita necessità della stessa. Se occorre fare tagli alla spesa pubblica , questi non necessariamente devono sempre e comunque colpire i servizi resi ai cittadini e tra l’altro la legge istitutiva di tali figure può prevedere la gratuità della carica (questo avviene, ad esempio, in Liguria), fatti salvi rimborsi per le spese effettivamente sostenute e documentate così come avviene anche per noi Consigliere di Parità ( indennizzate con 16 euro lorde al mese!) eppure lavoriamo alacremente!.
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