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ISERNIA _ All’indomani dell’incontro a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, il Comitato spontaneo dei dipendenti Ittierre, pone all’attenzione dell’opinione pubblica i disagi e, soprattutto, le preoccupazioni derivanti dai tagli al personale, necessari all’azienda di Pettoranello, per riuscire a equilibrare il bilancio, a seguito del passaggio delle quote azionarie al nuovo acquirente: il Gruppo Albisetti. Essi pongono l’accento sulle modalità, che la nuova dirigenza ha annunciato, nella scelta delle figure professionali che resteranno in forza e quelle che, invece, dovranno essere collocate in cassa integrazione o mobilità. Ed è proprio su questo punto che le opinioni divergono rispetto ai criteri adottati, laddove, dicono gli stessi componenti del Comitato, molte sono state le discriminazioni ed i favoritismi che hanno determinato un enorme malcontento generale.

“Restare a casa senza lavoro, e senza reddito non piace a nessuno», dice la portavoce Patrizia Avicolli, nell’incontro che i rappresentanti dello stesso Comitato, hanno richiesto al Consigliere Massimiliano Scarabeo, per cercare di porre all’attenzione della politica regionale il problema che si sta verificando e che potrebbe diventare molto serio se si dovesse andare avanti per questa strada, «ma», aggiunge la portavoce «essere oggetto di una specie di lista di proscrizione, non rende giustizia alle numerose professionalità che per quasi trent’anni hanno dato il massimo per l’azienda. Oggi, molti di noi si vedono scavalcati da chi ha meno requisiti o chi riesce a trovare i giusti appoggi, senza tener conto dei tanti fattori che invece influiscono sulle scelte da fare. Per esempio, ci sono casi in cui nello stesso nucleo familiare resterebbero a lavorare in due, ed in altri, entrambi i lavoratori lasciati a casa. Insomma, elementari regole umane, sono state completamente stravolte. Il tutto con una certa compiacenza dei sindacati”.

E’ ovvio che quando la nave affonda, ognuno cerca di salvare la propria pelle, ma al di la delle esigenze aziendali, a parità di professionalità, un maggior riguardo a certe situazioni potrebbe essere anche dato. Per questo il Comitato pro Ittierre chiede che davvero si possa giungere ad una conclusione equilibrata e giusta della vertenza, anche se non escludono azioni forti qualora le cose dovessero restare così come sono. Dice ancora Patrizia Avicolli «nelle assemblee che si sono succedute, l’unità dei lavoratori è stata messa a dura prova, troppi gli interessi personali e di parte per un’azione comune e forte per far valere i diritti di tutti. Noi speriamo che l’ingresso della Regione Molise come partner finanziario, possa riequilibrare le scelte, facendo da tramite verso la proprietà che, siamo convinti, non sa ancora bene molte cose.

E’ ovvio che la tutela dei nostri diritti, ma, soprattutto quella del nostro reddito, è al di spora di ogni cosa. Se questa non sarà giustamente garantita”, assicura, “la faremo valere in ogni sede e con ogni mezzo giusto e legale a nostra disposizione». A tal proposito il Consigliere Scarabeo ha cercato di gettare “acqua sul fuoco”, auspicando di non iniziare un nuovo percorso imprenditoriale in un clima incandescente. “Prima di ogni cosa, occorre trovare la soluzione per coloro che dovessero essere posti fuori organico. La Regione deve garantire gli ammortizzatori sociali per i dipendenti che saranno collocati a zero ore. Purtroppo, in casi simili”, dice ancora Scarabeo “è sempre difficile assumere posizioni, anche se far combaciare specifiche esigenze aziendali con quelle dei singoli dipendenti, non è poi così complicato, se c’è comprensione e buona volontà”. Poi, aggiunge “c’è anche l’aspetto legato al finanziamento da parte della Regione Molise che deve essere considerato», continua il politico regionale “Prima di ogni cosa va detto che il finanziamento impegna la Regione ad intervenire con tutti i mezzi a disposizione per proteggere e sorreggere ogni lavoratore dell’Ittierre.

Questo per quanto mi riguarda, rappresenta un dato imprescindibile a cui il Governatore deve dare piena attuazione. Ma oltre a ciò, non è pensabile che a fronte di un contributo così sostanzioso, la Regione stessa non possa chiedere l’applicazione di criteri di scelta che perlomeno pongano i dipendenti, a parità di requisiti e compatibilmente con le necessità produttive, tutti sullo stesso piano. Voglio sperare che non si assista alla solita spartizione di posti di lavoro o alla corsa alla raccomandazione e che l’investimento regionale non diventi a fondo perduto così come è accaduto per la Geomeccanica di Venafro, appena dichiarata fallita.

Il mio personale impegno, sarà quello di evitare disparità e di ciò mi farò portavoce verso l’istituzione che rappresento, ritenendo che salvaguardare posti di lavoro e redditi, non debba avere colorazione politica». Concludendo, il Consigliere Scarabeo si rivolge alle organizzazioni sindacali, «anzi, contestualmente, faccio un appello anche ai sindacati per evitare che come spesso succede in casi simili, si assista alla solita “guerra tra poveri”.

Spero che invece, unitariamente e come sanno fare, mantengano alta la guardia per evitare che i diritti sacrosanti di tutti lavoratori, vengano calpestati da chi crede di avere qualche “Santo in Paradiso” scavalcando gli altri». Ma un altro aspetto, secondo lo stesso Consigliere Scarabeo, non va sottovalutato in questa fase delicata: i cosiddetti fasonisti. «Infine, non vanno dimenticati i terzisti, che fino ad oggi, perchè piccoli imprenditori, sono quelli che maggiormente hanno sofferto la crisi dell’azienda, rimettendoci soldi propri nonché tutti i lavoratori dipendenti dell’indotto». La vertenza Ittierre, rappresenta un altro momento delicato per il sistema occupazionale e produttivo molisano.

Di certo non ci si trova di fronte ad un problema semplice, di questo ne sono convinti in molti, per primi i lavoratori che, pur consapevoli dei tagli necessari per il rilancio dell’azienda, non vogliono trovarsi, di punto in bianco, senza lavoro e senza reddito, soprattutto se questo avviene attraverso scelte del tutto arbitrarie , tra chi va e chi resta. Perciò il Comitato si sta battendo per chiedere che tutti siano considerati in egual misura, e lo fanno attraverso un accorato appello rivolto a tutta la politica molisana, affinché nessuno venga lasciato solo.