sorellaflcTERMOLI – Sono aperte le iscrizioni a scuola. Dal 16 gennaio  e fino al 6 febbraio 2018 le famiglie e gli studenti molisani decideranno in quale scuola iniziare o proseguire il percorso formativo. Si tratta di scelte importanti che dovranno essere fatte in maniera ponderata in scuole accoglienti ed in sicurezza, con organici docenti ed ATA adeguati a garantire un’offerta formativa di qualità. Purtroppo tale diritto  costituzionale è stato indebolito pesantemente dalla legge 107/15, che realizza un modello arretrato negli obiettivi, autoritario e gerarchico nelle modalità organizzative, che lascia soli gli insegnanti, il personale ATA e la dirigenza scolastica, senza risolvere i nodi strutturali della scuola. Di fatto tale legge ha generato una competizione ed un individualismo che rappresentano la negazione della collegialità con la quale si ottengono i risultati migliori per gli studenti. Ma a quale scuola si stanno iscrivendo gli studenti molisani? 

Eravamo stati facili profeti quando, in una nota del 26 agosto 2017, avevamo pronosticato che il tema del dimensionamento della rete scolastica non sarebbe stato affrontato. In clima di campagna elettorale e con le previste liste dei sindaci, questo argomento fa perdere consensi, quindi è meglio metterlo da parte in attesa di tempi migliori.  Tempi che non potranno arrivare in Molise, dove, lo ricordiamo, si prevedono altri 1000 alunni in meno per il prossimo anno scolastico. Un numero che comporterebbe la chiusura di almeno un’altra scuola di grandi dimensioni. Infatti attualmente la media per istituzione scolastica è di 700 alunni, essendoci 39.000 studenti. Ricordiamo che il parametro medio con il quale il MIUR concede l’autonomia alle singole istituzioni scolastiche, e di conseguenza un dirigente scolastico ed un DSGA (ex segretario), è di 900 alunni. In Molise, stante a tale disposizione, ci dovrebbero essere al massimo 44 istituzioni scolastiche, rispetto alle attuali 55. Da qui la decisione di non fare alcun dimensionamento. 

Ciò comporterà che non si potranno nominare dirigenti scolastici nelle sedi sotto dimensionate; aumenteranno le reggenze (per il prossimo anno se ne prevedono almeno 15), con inevitabili ricadute negative sul versante organizzativo e  gestionale. Per la secondaria superiore non si organizzerà un’offerta formativa territoriale, individuandone  le aree e gli indirizzi. Non si costituiranno i poli professionali, quelli tecnici e quelli  liceali, strumenti indispensabili per affrontare in maniera organica anche il tema della sopravvivenza  e della valorizzazione delle scuole nelle aree interne. Si lascerà nel dimenticatoio tutta la questione dell’istruzione professionale, che ha bisogno di un riordino progettato dalla regione, e quella dell’istruzione tecnica superiore, che continuerà  a vivacchiare. Senza dimenticare che non ci sarà la riforma della formazione professionale, assistita in un limbo inamovibile. 

Resterà  nell’ombra tutta la questione che riguarda l’edilizia scolastica, la sicurezza dei plessi e dei luoghi dove bisogna garantire l’istruzione pubblica. Non si parlerà di un piano di trasporti da garantire  agli studenti molisani per raggiungere le scuole. Non si discuterà della sopravvivenza degli istituti Omnicomprensivi, per i quali il Molise ha il primato nazionale: 6 su 100, pur avendo una popolazione scolastica che è 0,5% di quella italiana. 
Dunque, a problemi di rilievo si  evita di dare risposte. Anzi si dice chiaramente di  metterli da parte perché fare delle scelte conseguenti risulterebbe impopolare. E, intanto,  la povera scuola pubblica molisana dovrà contare solo su se stessa, sulle energie dei tanti che fanno il proprio dovere,  perché dalle istituzioni regionali c’è un silenzio assordante.

Sergio Sorella 
Presidente nazionale Proteo Fare Sapere 

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