TERMOLI – Nonostante l’impegno profuso da molti sul dimensionamento scolastico, nonostante i tentativi di porre al centro dell’attenzione i temi della qualità dell’offerta formativa, nonostante gli impegni assunti per far rispettare le linee guida regionali, il pesante intervento delle province e di molti sindaci, ha determinato una riorganizzazione della rete scolastica, deliberata il Consiglio regionale il 17 dicembre u.s., con tante criticità ed incongruenze, denunciate in più occasioni dalla FLC CGIL Molise. Ora, ma lo avevamo già preannunciato nel comunicato del 9 novembre, il dimensionamento molisano è già fuori norma.
Lo dice la recente nota ministeriale 2828/13 che istruisce gli Uffici Scolastici Regionali sui prossimi piani di dimensionamento i cui effetti vanno inseriti a sistema entro il 31 gennaio 2014. I piani dovranno essere predisposti secondo la normativa vigente, sul numero medio di 1000 alunni per istituto a livello regionale. La facoltà per le Regioni di stabilire autonomi criteri di configurazione della rete è di fatto annullata dal MEF che può non accordare il suo concerto su di numero medio ragionevole di alunni, per cui ora le Regioni e gli USR dovranno operare sulla base della normativa vigente. Le istituzioni scolastiche nazionali devono essere 8053, ciò significa che in Molise ce ne sarebbero al massimo 45 (la media è di 1000 alunni per istituzione), mentre la Regione ne ha approvato un dimensionamento con 54 dirigenze scolastiche.
Un caos che non aiuta le famiglie chiamate a iscrivere nei prossimi giorni a scuola i propri figli, senza sapere quale sarà la configurazione della rete scolastica per l’anno scolastico 14-15. Più volte abbiamo chiesto alla politica di assumere il tema del dimensionamento tra le emergenze della scuola alle quali dare una risposta concreta passando dalle dichiarazioni di principio ai fatti, reperendo le risorse necessarie per mettere fine a questo indecoroso balletto di responsabilità che si protrae da più di tre anni. Ciò significa cambiare le norme di settore, per evitare la falcidia di istituzioni scolastiche. Non ci sembra che i nostri decisori politici regionali o che la delegazione parlamentare molisana si sia attivata in questa direzione. Se non cambiano le regole avremo una desertificazione nel territorio con consistenti tagli al numero di scuole e la creazione di veri propri mostri per numero di alunni e per numero di plessi nei centri maggiori.
Altro che difesa della propria scuola! In Molise si è persa un’occasione duplice: chiedere al Parlamento una inversione di rotta, rivedendo i parametri ed i numeri delle istituzioni scolastiche ed organizzare una rete scolastica considerando la specificità del territorio avendo un’idea di quale dovesse essere l’offerta formativa da garantire agli studenti. Si è preferito navigare a vista, senza alcuna progettualità, senza tener conto della sicurezza degli edifici, della diversificazione dell’offerta formativa, lasciando gli omicomprensivi antistorici, pianificando per interessi di bottega e non per qualità del servizio. Il rischio, richiamato dalla nota 2828/13 è che ciò non basterà e bisognerà ridurre ancora. Come si agirà? Con un sorteggio? La politica faccia la sua parte, gli studenti molisani hanno diritto ad una buona scuola pubblica.
Il segretario regionale Sergio Sorella