L’avvocato Iacovino con lavoratori
TERMOLI _ Il Tribunale di Larino ha accolto il ricorso promosso da una lavoratrice termolese che si è vista riconoscere il proprio diritto ad essere assunta a tempo indeterminato da Poste Italiane S.p.A., nonostante il suo rapporto di lavoro si era svolto alle dipendenze di un’altra ditta, solo appaltatrice di Poste Italiane S.p.A. Il Giudice del Lavoro, dott. Aldo ACETO, ha dichiarato la violazione dell’art. 1 L. 1369/60 riconoscendo che tra Poste e la ditta appaltatrice v’è stata attività di intermediazione di manodopera, condannando l’ente Poste ad assumere la lavoratrice a tempo indeterminato, nonché al pagamento di tutte le differenze retributive maturate dalla stessa per il periodo agosto 2003 – maggio 2007.

Inoltre la lavoratrice dovrà essere adibita a mansioni di portalettere con inquadramento al Livello E CCNL per il personale non dirigente di Poste Italiane. Insomma si tratta di una vera e propria manna per la ragazza, che in modo tenace e pervicace, pur essendosi dovuta dimettere nel maggio 2007 perché non le venivano pagati gli stipendi dalla ditta appaltatrice di Poste, non si è data per vinta ed ha voluto rivolgersi alla magistratura per vedersi riconosciuti i propri diritti. Forse, però, oltre alle differenze retributive, non pensava di poter ottenere addirittura un posto di lavoro a tempo indeterminato con Poste Italiane.

Viva soddisfazione è stata espressa anche dai legali della lavoratrice, gli avvocati Vincenzo IACOVINO e Nicola DEL RE, i quali hanno dichiarato che “tali situazioni sono sempre più frequenti all’interno di quei rapporti che solo apparentemente vengono qualificati appalti di servizi, ma che invece celano veri e propri appalti irregolari di manodopera. Una tecnica sempre più utilizzata dalle aziende per evitare di assumere direttamente i lavoratori ed assicurare loro tutte le tutele di legge”. La lavoratrice, intanto, si gode il suo successo e aspetta di essere chiamata da Poste Italiane per iniziare la propria attività lavorativa.

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