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La fiaccolata in difesa della Carresi (galleria fotografica)SAN MARTINO IN PENSILIS – Candele accese, un silenzio religioso, rabbia e speranza hanno accompagnato la fiaccolata di San Martino. In migliaia sono scesi in strada per protestare contro la decisione del Tribunale di Larino che vieta la tradizionale corsa dei carri. Nessuna bandiera politica o colore di appartenenza ai carri, solo i gonfaloni dei tre comuni, San Leo e le canzoni tipiche del paese che hanno accompagnato la lunga camminata. Alla lunga marcia, che ha coinvolto anche i centri di Ururi e Portocannone, si sono unite molte personalità di spicco che hanno voluto dare il proprio contributo a difesa della storia.
Massimo Caravatta, primo cittadino di San Martino in Pensilis, commenta così: “Questa tradizione deve essere difesa, va avanti da millenni ed è legata alla fede ed al nostro Santo Patrono San Leo e ci teniamo particolarmente. Non nascondiamoci dietro ad un dito: la Carrese ogni anno attira migliaia e migliaia di persone e questo aiuta il Molise nella valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici, aiutando le popolazioni a mantenere il territorio vivo ed attrattivo”.

Sono qui su delega del Presidente De Matteis per dare conforto, appoggio morale e contributo politico e tutelare la tradizione di questi tre paesi di origine arbëreshë – racconta Di LabbioAnche se a Campomarino non abbiamo questa corsa ne condividiamo il territorio visto che i carri partono del nostro comune”.
Per il sindaco di Montecilfone Pallotta la storia va difesa: “Vengo quasi tutti gli anni e conosco l’importanza che ha la Carrese per le popolazioni che la vivono. Sono qui a rappresentare il mio Comune per dare un segnale forte e per non far morire questa tradizione, riservandoci di intervenire anche alle iniziative future. E’ un peccato che la corsa debba interrompersi in questo modo, soprattutto dopo l’impegno della popolazione per preparare tutto fin nei minimi dettagli: un anno intero di lavoro in vista di questa giornata di festa che quest’anno rischia di non celebrarsi”.
Don Nicola Mattia, parroco di San Martino in Pensilis, spera che “la corsa si faccia per il bene dell’intera comunità, perché la Carrese rappresenta soprattutto un momento di aggregazione religiosa e di accoglienza familiare. Ogni anno le famiglie si riuniscono assieme ed ospitano anche le persone che visitano il paese in quest’occasione. Non possiamo rinunciare a tutto questo”.

Oltre ai sindaci dell’Unione dei Comuni del Basso Biferno ed agli onorevoli Venittelli, Leva e Fanelli anche il Presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura ha voluto dare il suo personale contributo partecipando alla manifestazione. La decisione del tribunale, laddove il ricorso presentato questa mattina non venisse accolto, influirebbe anche sulle Carresi di Ururi (prevista il 3 maggio) e quella di Portocannone del 25 maggio. Proprio su quest’ultima sono riposte le speranze degli appassionati: manca poco meno di un mese alla manifestazione e c’è tutto il tempo per presentare un ricorso ed ottenere una data per l’appello. Anche nel caso in cui dovessimo vincere e ci diano il nulla osta per la corsa, se San Martino ed Ururi non correranno non lo faremo nemmeno noi, commentano i tanti residenti portocannonesi presenti. Una vera e propria solidarietà che va ben oltre i colori di appartenenza delle diverse fazioni.

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