Fotovoltaico
Fotovoltaico su un terreno agricolo

TERMOLI – La situazione attuale, da tempo, ci pone davanti a due sfide globali che la guerra in Ucraina ha acuito e reso più evidenti: la crisi energetica e la disponibilità di cibo per tutti.

Per la soluzione della crisi energetica è diffusa la convinzione che occorra andare rapidamente al superamento dell’utilizzo dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) favorendo l’utilizzo delle energie rinnovabili prodotte principalmente attraverso il fotovoltaico, alimentato dal sole, e l’eolico, dal vento.

La produzione del fotovoltaico avviene attraverso l’utilizzo di pannelli istallati su superfici. Normalmente con l’istallazione di pannelli fotovoltaici su tetti, terrazzi o pareti di immobili è possibile soddisfare il fabbisogno di energia elettrica dell’immobile interessato (autoconsumo). Per produzioni più importanti e quando non è possibile istallare i pannelli su palazzi o contesti urbanistici di particolare pregio artistico o architettonico, si ricorre alla produzione di energia solare da remoto istallando i pannelli fotovoltaici direttamente sul suolo.

A livello internazionale, da sempre, è stata data l’indicazione di evitare assolutamente di collocare i pannelli fotovoltaici su terreni agricoli destinati alla coltivazione di piante e all’allevamento di animali per uso alimentare, salvaguardando così la produzione di cibo.

Si tratta di un’indicazione di buon senso, talmente evidente, da venir recepita da tutta la normativa a livello europeo, nazionale e regionale. Pertanto l’istallazione di pannelli fotovoltaici è vietata, attraverso precise norme di legge, su suoli fertili destinati a uso agricolo.

La definizione della destinazione di un suolo è disciplinata da norme internazionali e, in Italia, nazionali e regionali che permettono, senza possibilità di equivoco, di sapere se un terreno è da considerarsi agricolo. E’ bene precisare che anche quando la proprietà di un terreno appartiene a un privato, la destinazione d’uso di quel terreno viene stabilita attraverso norme di legge e amministrative, alle quali il proprietario si deve attenere.

La destinazione a uso agricolo di un terreno, rende quel suolo un bene comune per la produzione di cibo, che la collettività ha il diritto e il dovere di difendere. Per evitare equivoci è bene chiarire che un suolo conserva la sua destinazione di terreno agricolo anche quando viene lasciato incolto per lunghi periodi.

In contraddizione con quanto detto finora e in contrasto con precise disposizioni di legge, in Molise, attualmente, sono state avanzate richieste per istallare pannelli fotovoltaici su circa 2000 ettari di terreni agricoli feritili, spesso irrigui, collocati nel Basso Molise. Si tratta di richieste inaccettabili, ancora più assurde se si tiene conto che in Molise ci sono circa 36.000 ettari di terreni classificati come non agricoli dove, volendo, l’istallazione di pannelli fotovoltaici potrebbe avvenire senza danno per la collettività.

Nel rispetto della normativa vigente, nessuna autorizzazione all’istallazione dovrebbe venir concessa. Ma, purtroppo, registriamo con preoccupazione la volontà da parte di alcuni organi di controllo che pure sarebbero, per obbligo di legge, tenuti a impedirlo, di assecondare queste richieste.

Per questo, Slow Food (Condotta di Termoli), insieme alla Fondazione don Milani e alla Fonte, intendono denunciare questa situazione a salvaguardia e tutela dei terreni agricoli interessati, attraverso:

– un’azione di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica che favorisca la mobilitazione dei cittadini;

– un forte segnale d’opposizione, promuovendo un’azione legale attraverso un ricorso al Presidente della Repubblica contro uno di questi progetti appena approvato (18 luglio 2022);

– la presentazione di esposti denuncia alla Procura della Repubblica per segnalare evidenti irregolarità riscontrate nella procedura di concessione delle autorizzazioni;

– l’invio di una lettera aperta a tutti gli enti coinvolti di attenersi scrupolosamente al rispetto della normativa vigente nell’esaminare le richieste presentate.

Slow Food Termoli, Fondazione Milani e La Fonte

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