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TERMOLI _ I lavoratori della Semolifici di Termoli, in data 18 luglio 2008 dopo un lungo travaglio di confronto, grazie anche all’intervento del Sindaco di Termoli Vincenzo Greco, dell’Assessore al lavoro Angiolina Fusco Perrella e dell’Assessore al lavoro Gigino D’angelo e alle parti sociali coinvolte, chiudevano la procedura di mobilità nel rispetto della legge 223/91 (avviata dall’azienda il giorno 16 di giugno 08). Contestualmente si redigeva un verbale di accordo firmato dalle parti coinvolte.
Nel verbale era ben evidenziato l’impegno della semolifici di Termoli alla riassunzione di tutta la forza lavoro nelle nuove attività oggetto della riconversione.
In data 20 ottobre 2008 l’azienda comunica la cessazione dell’attività e la chiusura definitiva dello stabilimento, con il conseguente licenziamento di quasi tutta la forza occupazionale.
‐ Contestualmente ai licenziamenti la Semolifici di Termoli Blocca il progetto presentato c/o il comune Adriatico con oggetto: realizzazione struttura ricettivo commerciale.
11 lavoratori a dicembre 2008 impugnano il licenziamento nei confronti di Casillo e avviano la procedura giudiziaria con Barilla, dove cercheranno di provare, non solo la nullità della cessione di ramo d’azienda del molino di Termoli, ma attraverso i documenti in loro possesso e nel caso il giudice lo ritenga legittimo dimostrarne l’avvenuta somministrazione, intermediazione e interposizione di lavoro.
Quasi per miracolo, visto il momento così drammatico per l’economia Regionale e non solo ad agosto 2009 il molino di Termoli riprende la propria attività di macinazione del grano duro. Sette lavoratori riassunti dall’azienda a tempo determinato con la prospettiva di un lavoro, ritirano immediatamente l’impugnativa di licenziamento e liberano contestualmente anche Barilla da eventuali responsabilità.
I lavoratori rimasti esclusi nella riassunzione nel rilevare il non rispetto degli accordi stabiliti in sede istituzionale evidenziano:
‐ L’assunzione di solo una parte di lavoratori di quelli messi in mobilità, non assumendo e quindi realizzando di fatto una discriminazione, la restante quota sostituendola con assunzione di personale, proveniente addirittura da fuori regione, non precedentemente inquadrato tra le maestranze dell’opificio Termolese e al di fuori di quello contemplato nelle liste di mobilità.
‐ I dipendenti discriminati ribadiscono che hanno impugnato il licenziamento per attivare le tutele giuridiche e ripristinare i diritti lesi.Riaffermano inoltre che non hanno sottoscritto l’accordo proposto dall’azienda in sede di DPL ne tantomeno quello redatto in assessorato del lavoro regione Molise per evidenti lacune di garanzia sulla stabilità del rapporto di lavoro; carenze di tutela dinamica subito rilevate da illustri rappresentanti di diritto del lavoro. 

I lavoratori discriminati