CAMPOBASSO – «Il 27 dicembre è arrivato. Finalmente l’umanità respira e apre i cuori alla speranza di sconfiggere la pandemia e tornare ad abbracciarsi, sorridere, lavorare, vivere, correre, giocare, ballare ed essere liberi di spostarsi, saltare, andare al bar, incontrare un amico, andare a messa, viaggiare, studiare o semplicemente di farsi una passeggiata.
I cittadini europei dopo aver visto iniettare lo stesso vaccino ad un’anziana inglese, al neo-Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e a centinaia di migliaia di canadesi, inglesi e americani, vedono realizzarsi anche sul proprio territorio la possibilità di difendersi dalla pandemia, contenere i contagi e porsi al riparo da un nemico che si è portato via in meno di un anno troppe vite umane.
Insieme alla gioia per un evento che consolida la consapevolezza e l’orgoglio di sentirsi parte di un’Unione Europea sempre più unita, coesa e solidale, abbiamo il dovere di ringraziare i due migranti turchi che hanno scoperto nei laboratori della Biontech in Germania il vaccino che i camion della Pfizer hanno portato a casa nostra.
Ugur Sahin partì con la mamma e i fratelli da un piccolo villaggio dell’Anatolia e raggiunse il papà, un operaio della Ford, a Colonia. Ozlem Tureci è figlia di un medico di Istanbul che si trasferisce nel Nord della Germania. All’Università di Homburg incontra e sposa Ugur Sahin e con lui darà vita prima alla Ganymed e poi alla Biontech.
L’amore per la ricerca scientifica, la tenacia con cui si adoperano nella scoperta di farmaci antitumorali, la passione per la medicina e l’amore per un’attività che conducono anteponendo la ricerca pura agli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche, spingono Ugur e Ozlem a buttarsi a capofitto dallo scorso gennaio nell’individuazione di cure, terapie o vaccini per fermare la peste del terzo millennio, e ci riescono.
Se da qualche settimana l’umanità sta intravedendo uno spiraglio di luce in fondo al tunnel il merito è di questi straordinari professionisti prontamente intervenuti per soffermarsi su come neutralizzare anche la variante inglese o altre mutazioni del COVID 19.
Nella giornata del 27 dicembre 2020, nel mentre seguiremo in diretta mondiale, le vaccinazioni nelle diverse città dell’Unione Europea, proviamo a riflettere, su cosa sarebbe potuto accadere, se a suo tempo fosse stato impedito a Ugur Sahin e Ozlem Tureci di raggiungere la Germania, studiare, laurearsi e aprire delle attività di ricerca scientifica. Proviamo a ricordare per un minuto gli stenti, i patimenti, la fame, i lutti dei tanti diseredati, oppressi e profughi che cercano rifugio, pace e opportunità in altre Terre perché a casa loro c’è guerra, persecuzione o negazione di libertà.
Ora concentriamoci sul superamento della pandemia per velocizzare le vaccinazioni e mettere al sicuro la vita di ogni essere umano entro il minor tempo possibile, ma contestualmente ricordiamoci di investire in amore, diritti, istruzione, pace, fraternità, salute pubblica, accoglienza solidale e dignità. È sempre la scelta giusta».
Michele Petraroia
Presidente onorario associazione “Giuseppe Tedeschi”