TERMOLI _ “E’ la somma che fa il totale” (Totò). Questa celebre frase di Totò nel film “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” [1960] descrive alla lettera la situazione del cinema “ODDO”. La somma di tutte le spese per tenerlo aperto totalizza un costo insostenibile rispetto agli incassi, soprattutto di questi ultimi tempi. La sospensione, si spera momentanea, delle proiezioni cinematografiche è un atto dovuto, non una scelta, ma un arrendersi all’evidenza: troppi oneri per tenere in piedi una struttura che non viene frequentata come una volta.

Si comprendono le ragioni, ma la somma totale delle spese impone un arresto. Non un requiem! Finora, cercando di salvare il salvabile, si è praticata una sorte di “accanimento terapeutico” al fine di ritardare ciò che diventa una presa d’atto, un “gettare la spugna”. Ci si augura, anche per non seppellire un patrimonio faticosamente messo in piedi dall’allora parroco di san Timoteo don Tarcisio Floro, che non si debba arrivare ad una chiusura tombale, ma pensare al più presto ad una risurrezione, casomai in veste diversa, di una struttura da far rinascere, rivitalizzare.

Si pensa a dei mattinée per gli studenti a prezzi agevolati o a tessere speciali per abbonamenti o altro. E’ vero che si spegne una presenza ed un servizio, ma come tanti altri, queste scelte sono figlie dell’economia che traballa e mette in crisi la gestione che diventa insostenibile. Eppure la programmazione offerta è sempre stata di ottima qualità: tutti e sempre film in prima nazionale. La proiezione in digitale e 3 D hanno fatto del cinema “Oddo” uno dei più innovativi della regione e dei dintorni ma, l’assenza di spettatori, ha posto in gravi condizioni di sofferenza la gestione che, malgrado tutto, è costretta a riconoscere e sottomettersi ad una triste evidenza. L’unico modo di salvare un cinema è andarci!

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