“La Centrale regionale di committenza è una struttura a supporto dei comuni senza costi aggiuntivi”.

TERMOLI _ Ho avuto modo stamattina, sfogliando le pagine della stampa di oggi, di leggere gli articoli che riportano posizioni molto critiche dell’Acem nei confronti della mia iniziativa legislativa che intende istituire e regolare l’attività della Centrale regionale di committenza. Devo confessare di essere rimasto molto stupito per il tenore di dichiarazioni che, a mio parere, sono state rese in difetto di un’adeguata conoscenza delle disposizioni del testo che, voglio precisare, vanno esattamente nella direzione contraria ai timori prospettati dall’Acem.

Premetto che l’istituzione della Centrale è stata stabilita dall’articolo 23 della legge finanziaria regionale 2008 e rispondeva ad una precisa volontà avanzata dalla Giunta regionale. Mi risulta,

 quindi, a dir poco incomprensibile come abbia potuto suscitare le critiche dell’Associazione la proposta di legge da me firmata che non fa altro che continuare sulla strada aperta proprio da quella disposizione legislativa che, nel testo da me presentato, ha trovato una più organica e precisa organizzazione funzionale e strutturale.

Anche l’affermazione che la proposta di legge si pone in contrasto con il principio di autonomia degli enti locali deriva probabilmente da una lettura poco attenta delle norme.

Infatti non c’è nessuna disposizione che imponga agli enti locali di servirsi obbligatoriamente della Centrale regionale di committenza, tanto è vero che il comma 2 dell’articolo 3 della proposta di legge molto chiaramente stabilisce che gli stessi enti locali “possono avvalersi della Centrale regionale di committenza in regime di convenzione”. Chi avesse avuto la bontà di confrontare questa norma con quella della finanziaria avrebbe immediatamente riscontrato la piena sintonia delle due disposizioni, perché anche l’articolo 23 della legge finanziaria regionale 2008 dispone al terzo comma che la Centrale svolge la sua attività per conto della Regione e “sulla base di convenzione” per conto degli enti locali.

Non credo quindi che la proposta di legge voglia assolutamente comprimere l’autonomia degli enti locali; semmai la preoccupazione è stata rivolta, all’opposto, proprio nella direzione di garantire ai Comuni – che in molti casi non dispongono di adeguate strutture tecniche – di avere un sostegno professionale e tecnico capace di far conseguire risultati ottimali senza alcuna spesa aggiuntiva.

Mi auguro che queste precisazioni possano chiarire in pieno sia il significato della mia iniziativa, sia lo spirito stesso che l’ha ispirata e che nasce e si muove nella direzione di garantire al tessuto istituzionale ed amministrativo molisano nella sua interezza strumenti moderni, trasparenti ed efficaci che sostengano realmente lo sviluppo di questa regione soprattutto nei momenti difficili e delicati come appare quello attuale. 

Antonio Chieffo

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