Tra le ragioni che insieme sono causa e frutto di questo venir meno del senso della legalità nel nostro Paese, spicca il fenomeno criminalità organizzata. Ha, perciò, pieno titolo un incontro/intervista – affidato al giornalista RAI Fabio Zavattaro – con il magistrato della Cassazione, già sostituto DDA Napoli, Raffaele Cantone, autore di un libro profondamente personale e proprio per questo di altissimo valore civile.
“Solo per giustizia” – questo il titolo del volume – “è una lettura obbligatoria per chiunque voglia capire lo sconcertante potere delle mafie, ma anche apprezzare meglio l’impegno dei molti uomini che, per senso di dovere e con grandi sacrifici, continuano a far funzionare nel nostro difficile paese lo stato di diritto”. Biografia di Raffaele Cantone Nato a Napoli nel 1963, è stato fino al 2007 pubblico ministero presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli; si è occupato delle indagini sul clan camorristico dei Casalesi, riferite anche nel noto best seller di Roberto Saviano Gomorra, riuscendo ad ottenere la condanna all’ergastolo dei più importanti capi di quel gruppo fra cui Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanott, Walter Schiavone, detto Walterino, Augusto La Torre, Mario Esposito e numerosi altri.
Si è occupato anche delle indagini sulle infiltrazioni dei clan casertani all’estero; in particolare in Scozia, dove è stata individuata una vera è propria filiale del clan La Torre di Mondragone dedita al reinvestimento in attività imprenditoriali e commerciali di proventi illeciti, in Germania, Romania ed Ungheria dove esponenti del clan Schiavone durante la latitanza si erano stabiliti ed avevano acquistato beni immobili ed imprese. Ha curato il filone di indagini che hanno riguardato gli investimenti del gruppo Zagaria in Parma e Milano facendo condannare per associazione camorristica un importante immobiliarista di Parma. Vive tutelato dal 1999 e sottoposto a scorta dal 2003 in quanto gli investigatori scoprirono un progetto di un attentato ai suoi danni organizzato dal clan dei Casalesi. Attualmente lavora presso l’Ufficio del Massimario della Suprema Corte di Cassazione.