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Il difensore dell’imputato, l’avvocato Laura Masieri fiduciosa nella dimostrazione dell’estraneità del termolese alla presunte violenze sulla seconda figlia. La stessa, ascoltata dai giudici, ha smentito le “attenzioni particolari”.

TERMOLI _ Condannato a 9 anni e mezzo per violenza sessuale sulla figlia maggiore, con sentenza definitiva, ed ora è chiamato a rispondere di presunte attenzioni particolari nei confronti della seconda figlia. Protagonista dell’incredibile vicenda, un cinquantenne di Termoli, titolare fino a qualche anno addietro di un’attività commerciale. L’uomo, rinchiuso in carcere a Larino, è ora imputato in un secondo processo iniziato di recente davanti i giudici frentani sempre per incesto nei confronti anche della seconda figlia, la più piccola.
La denuncia è scattata da parte della prima moglie del termolese, madre delle due figlie. A seguito di indagini la Procura di Larino ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio del cinquantenne. Ieri mattina nel corso dell’udienza svoltasi a porte chiuse, durata oltre 5 ore, è stata sentita la primogenita che ha confermato le attenzioni particolari anche verso la sorella più piccola.

Un interrogatorio piuttosto lungo quello condotto dai magistrati di Larino alla ragazza. E’ poi comparsa come testimone del Pm anche la prima moglie dell’uomo che, ha, anch’essa, confermato il “vizio” dell’ex marito. Di tutt’altro avviso, invece, la “vittima” delle attenzioni particolari, la figlia minore, la quale interrogata sempre dai giudici, ha smentito categoricamente le presunte “avances” del padre. Dunque si preannuncia un processo denso di colpi di scena quello in corso nel Palazzo di giustizia frentano.

Secondo gli inquirenti l’imputato avrebbe violentato più volte la primogenita per la quale è risultato colpevole in primo e secondo grado ed in quegli anni avrebbe mostrato sin troppe attenzioni anche con l’altra figlia. La vicenda del presunto doppio incesto a carico di entrambe le figlie da parte del cinquantenne termolese non ha convinto il suo legale difensore, la penalista Laura Masieri la quale sottolinea l’impossibilità per il suo assistito, spesso e volentieri impegnato nel lavoro di notte: “di abusare quasi tutti i giorni della primogenita e mostrare eccessive gentilezze verso l’altra figlia nella stessa stanza da notte divisa con la moglie senza che quest’ultima si rendesse conto di nulla nell’arco di tre anni”.

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