La legge regionale 11/1997 stabilisce che le attività di queste associazioni “si fondano a norma di statuto su prestazioni volontarie gratuite e personali dei soci”. Di fatto non è proprio così.
Negli ultimi “lustri”, l’unica novità arrivata nel “pantano” dell’attività dei presunti volontari, è la sentenza della Corte di Cassazione che, nel 2015, ha confermato che “al volontario possono essere soltanto rimborsate dall’organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro i limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse”.
Di conseguenza: “non possono essere considerati rimborsi di spese – e vanno quindi qualificati come compensi, come tali soggetti a tassazione – gli esborsi erogati dalle associazioni di volontariato ai propri associati a titolo di rimborsi forfettari, ossia senza lo specifico collegamento con spese, singolarmente individuate, effettivamente sostenute dai percettori. La sentenza – spiega ancora la Suprema Corte – vuole garantire che i rimborsi spese non mascherino l’erogazione di compensi, ossia, in definitiva, che il rapporto associativo non mascheri un rapporto di lavoro”.
In pratica i volontari, per essere definiti tali, vanno pagati con somme legate a precise rendicontazioni, importi non forfettari ma precisi e puntuali. E chi deve controllare come avvengono i pagamenti? Ebbene, la legge regionale 10/2007 n. 10 sulle “Nuove norme per la promozione del volontariato nella Regione Molise” affida i controlli all’Assessorato regionale alle Politiche sociali.
La Regione Molise l'”andazzo” lo conosce bene ma cosa ha fatto per cambiare realmente tale situazione? L’immobilismo ha regnato sovrano e le associazioni hanno proseguito nel solco già tracciato dei rimborsi continui tra carburante ed altro. Oggi, però, sono proprio loro, i protagonisti dei soccorsi, quelli che rischiano in prima persona ogni giorno, che lavorano 12 ore di fila, che chiedono in coro un cambiamento. “Speriamo che questa sia la volta buona e ci sarà quel miglioramento atteso da anni”. Sarà davvero il momento giusto? Il “verdetto”, tra breve.