La nostra regione ha condiviso la legge sul piano di rientro del deficit, ha accettato i corposi stanziamenti dello stato per ripianare il debito, ha firmato il Piano della salute ed ha accettato il commissariamento ed anche come penalizzazione l’aumento delle tasse (da gennaio 2011). Il suo sbaglio, frutto di sottovalutazione legata alla peggiore tradizione assistenziale, è stato quello di pensare che gli impegni non si dovessero mai onorare. Probabilmente Iorio è stato anche sfortunato, per essere incappato nel primo governo a guida leghista e con un ministro dell’Economia come Tremonti, allergici al Meridione ed ai piagnistei. Sanita’, minori trasferimenti previsti nella Manovra e Federalismo sono le tre “bombe”, ampiamente annunciate anche dal sottoscritto, che spazzeranno via il Molise in poco tempo.
Ora, prima di andare a chiedere clemenza a Roma, sarebbe opportuno dare una concreta dimostrazione di buona volontà che si sta facendo tutto il possibile per ridurre al minimo i costi e ottimizzare la spesa sulla crescita e lo sviluppo.
Tutto quello che il Molise non fa e non farà perché chi lo guida non è culturalmente (cultura politico-amministrativa, ovviamente) sintonizzato su questi temi. La verità è che si è esaurito un ciclo, improntato su una concezione tardo assistenziale della spesa pubblica e sulla creazione del consenso attraverso l’uso improduttivo delle risorse. I danni sono evidenti e non si possono occultare: sistema economico in ginocchio (agricolo, avicolo, zucchero, tessile, edilizia, ecc.), sovradimensionamento dell’apparato burocratico, squilibrio della spesa, sanità pubblica arcaica, inefficienze e sprechi senza freni, il depauperamento dei nuclei industriali, ( Pozzilli non c’è più, Bojano in pericolo e Termoli è ha rischio). Per mettere mano a tutto questo non bastano i proclami, ma una vera e propria cultura riformista, che Iorio e la sua classe dirigente non hanno. E infatti, il presidente della regione non ci pensa nemmeno ad avviare il processo virtuoso.
Ora si sta reinventando nei panni di Masaniello capo popolo, deciso a marciare contro Roma alla guida dei molisani, anche perché si è accorto che il Pdl lo considera alla stregua di un appestato e quindi lo sta scaricando in malo modo. Si è rifiutato anche la convocazione di un tavolo istituzionale, con la presenza di tutti gli uomini di buona volontà, rivelando una concezione personalistica nell’uso delle istituzioni e dimenticando che esistono, sopratutto in determinati periodi della storia delle nostre comunità, interessi generali che tutti dobbiamo difendere al di là delle nostre appartenenze politiche. Michele Iorio la smetta in atteggiamenti patetici e inutili e faccia, se veramente tiene, come dice, alla sua gente l’unica cosa nobile che gli resta: dimettersi e lasciare il difficilissimo compito ad una classe dirigente rinnovata, che affronti i disastri ereditati con serietà e responsabilità. Basta dire bugie ai molisani !!! Non ci sono altre strade. A niente gli serviranno le menzogne che continua a diffondere. Il tunnel non ha uscite d’emergenza e porta da una sola parte.
Senatore Giuseppe Astore