Sospeso da 4 mesi lo “screening” per il tumore al seno senza un perchè

TERMOLI – Divisione radiologia San Timoteo: “c’è un abuso di accertamenti radiologici, tac e risonanze di cui, nel 50 per cento dei casi, non ce n’è bisogno ma vanno solo ad ingrossare le già lunghissime liste di attesa”. La denuncia arriva dagli operatori del reparto che, alzano i “veli” su situazioni fino ad oggi sottaciute come l’abnorme richiesta di accertamenti radiografici, spesso inutili, senza la minima considerazione per il rischio dei pazienti. Le radiazioni, difatti, non fanno certo bene alla salute. Anzi. Nella metà dei casi, le lastre, tac, risonanze ed altro si rivelano non necessarie rispetto alla patologia accertata. Però si continua a ricorrere con troppa facilità a tali verifiche.

“Gli operatori sanitari, i medici, si affidano molto, forse troppo, a tale tipo di strumentazioni avendo, sembrerebbe, meno tempo a disposizione per formulare una diagnosi – hanno proseguito dalla divisione – e ciò non è positivo per gli utenti stessi che si espongono a dei rischi inutili perchè quel tipo di esame non era indispensabile ai fini della diagnosi. Questa situazione, al contrario, va ad ingrossare le liste di attesa facendo lievitare i mesi necessari per un esame a chi ne ha davvero bisogno”. E’ il caso delle mammografie la cui lista di prenotazione, spesso bloccata, arriva ad un anno. E tocca aspettare 12 mesi anche per i pazienti che, in maniera urgentissima, devono sottoporsi all’esame strumentale. Per costoro cambia poco o nulla.

“Coloro che ne hanno effettivamente bisogno – hanno proseguito dal reparto – sono costretti a ricorrere ai privati o alle cliniche convenzionate perchè 12 mesi di attesa sono improponibili“. Ma le novità non finiscono quì. Da circa 4 mesi risulta sospeso lo screening oncologico per il tumore al seno nell’ospedale San Timoteo. Tale monitoraggio che veniva effettuato gratuitamente in ospedale a Termoli, alle donne che compivano i 45 anni di età, non è più attuato.

Lo “stop” c’è stato prima della fine dell’anno ed è rimasto, come tutto il resto, coperto dal più assoluto silenzio. Di fatto la lettera che giungeva a casa alle donne, non viene recapitata. La conferma dell’interruzione dell’importante servizio, arriva da più operatori. Ma a peggiorare la situazione è la mancanza di un vero perchè.

Gli stessi dipendenti non sembrano conoscere le reali motivazioni dell’interruzione. Un servizio di grande utilità e di estrema rilevanza, punto di forza e di partenza per la prevenzione tumorale nella popolazione femminile, è fermo. Dal reparto di radiologia e medicina nucleare dove per anni il silenzio l’ha fatta da padrona, ammantando anche gli 8 decessi per neoplasie tra il personale, sembra sia stato messo da parte.

Alcuni dipendenti hanno trovato la forza ed il coraggio di gridare il loro disappunto, il loro dolore, i tanti dubbi e perplessità e, per questo, oggi, chiedono con forza verifiche. “E’ giusto riuscire ad avere anche un confronto con altri esperti del settore ed analizzare quei registri delle sale dove vengono registrate le dosi di radiazioni assorbite quotidianamente dagli operatori” hanno concluso.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa