Zona Artigianale Termoli
Zona Artigianale Termoli
TERMOLI – “Paghiamo le tasse il doppio dei commercianti del centro di Termoli ma, in cambio, riceviamo un bel ceffone dal Comune: nessun servizio, poca pulizia, illuminazione inesistente, la sicurezza è un miraggio, sterpaglie dappertutto e, come ciliegina sulla torta, la spazzatura la versiamo due volte”. E’ questa la brutta situazione in cui si trovano le piccole imprese dell’area artigianale di Termoli. La zona, costellata di una miriade di attività, è irrimediabilmente dimenticata dagli amministratori.

Ad alzare la voce sull'”andazzo” del posto, i titolari del luogo, stanchi di subìre in silenzio i disservizi. “Con il nostro lavoro rappresentiamo l’ossatura economica di questa città – hanno dichiarato – eppure siamo messi in condizioni di andarcene, di guardare con interesse ad altre zone produttive perchè restare quì è diventato difficile, una lotta quotidiana con i problemi più grandi di noi e le dimenticanze del Comune”.

I piccoli imprenditori di Termoli preferiscono come interlocutore istituzionale il commissario prefettizio Scioli dopo aver tentato invano di avere attenzione dall’amministrazione. “Questa zona avrebbe potuto essere il fiore all’occhiello di Termoli, ci sono tutti i presupposti per questo eppure fatichiamo persino a rappresentare i nostri problemi – hanno proseguito gli operatori della zona -. Lo stato di abbandono si respira nell’aria e si percepisce appena si arriva in questo luogo è tangibile. Siamo senza illuminazione da 10 anni pur essendo presente un impianto installato da noi con i nostri soldi. Il Comune non lo ha mai collegato e noi non possiamo anche pagare la corrente elettrica sulle strade pubbliche. La sporcizia è dappertutto”.

Ma a scatenare l’ira della categoria: la tassa sui rifiuti urbani applicata dal Comune. “Qui ci tassano i metri quadri di tutta l’attività nonostante già paghiamo ditte specializzate per lo smaltimento dei residui speciali che vengono prodotti in buona parte dei locali. Praticamente paghiamo due volte”. Le attività meccaniche, l’elettrauto, i gommisti e ditte similiri sono obbligate a smaltire a proprie spese i residui particolari ma per lo stesso locale si paga anche per la Tarsu calcolata sui metri quadri dell’intera attività e non solo sugli spazi adibiti ad ufficio dove si producono i rifiuti urbani.

“La Tarsu considera anche i luoghi dove si producono i residui smaltiti a nostre spese. Su questo non siamo d’accordo ma nonostante tutto nessuno ha mai voluto avviare un confronto con noi”. Secondo le testimonianze raccolte tra gli operatori, negli ultimi 20 anni, mai nessun amministratore o assessore al ramo si è recato nell’area per conoscere che vi opera, la situazione del luogo e capire quali siano i problemi della categoria.

“Qui non si è mai visto nessuno – hanno concluso – e questa la realtà più sconfortante. Come si può gestire, amministrare una città se non si conosce chi lavora duramente, chi produce, chi si adopera 360 giorni l’anno. E’ allucinante”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa