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NEY YORK _ Mentre sta per partire in Brasile la tredicesima edizione del World Pasta Day, la pasta italiana, con l’evento di Casa Italia Atletica, “The Italy that still runs – Genuine Passion”, in programma venerdì 5 novembre p.v., alla vigilia della Maratona, torna protagonista a New York, dove lo scorso anno il World Pasta Day ha riscosso un grande successo.

E lo fa con un personaggio di New York, il giornalista-scrittore Fred Plotkin, che alla “pasta” ha dedicato il suo primo libro “The Authentic Pasta Book” e con la pasta di due realtà, il Molise e la Provincia di Ascoli Piceno, quest’ultima patria da sempre (fino alla nascita della provincia di Fermo) di quella famosa prodotta nel comune di Campofilone.

Una degustazione del piatto più rappresentativo della grande cucina italiana, che ogni giorno amplia il suo mercato (il 50% della produzione italiana viene esportata) grazie all’aumento del consumo pro capite in ogni parte del mondo, con l’Italia che consolida il primo posto (26 Kg) , seguita da Venezuela (12,9 Kg), Tunisia (11,7 Kg.) e Grecia (10,4 Kg.). Stati Uniti e Brasile, pur avendo un consumo pro capite più basso, grazie al numero di abitanti, sono al 2° e 3° posto per quantità consumata, davanti a Russia e Turchia. Cavatelli, Trofie e Orecchiette dell’azienda “Granaio Molisano” e gli Spaghetti e le

Mezze maniche de “La Molisana” a confronto con la “Pasta di Campofilone” dell’azienda “Spinosi”, ancora la pasta della tradizione, impastata a mano, come un tempo, nell’omonimo comune marchigiano. La tradizione della qualità che ha visto, da sempre, il Molise, soprattutto con il suo capoluogo regionale, Campobasso, e Larino, sede di importanti pastifici e di molini, già noti alla fine dell’’800. Una tradizione che, a Campofilone nelle Marche come nel Molise, è arte nelle mani sapienti delle donne e dei pastai. L’arte della qualità sostenuta anche dai grani duri ricchi di glutine, coltivati sulle dolci e ventilate colline, che dall’Appennino centrale scendono nel Mare Adriatico e caratterizzano queste due Regioni, separate dall’Abruzzo.

Un confronto serrato di bontà di paste, ma, anche di ingredienti come il “San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino”, il mitico pomodoro italiano, della azienda salernitana “Annalisa”, così ricercato per la sua prelibatezza; gli oli extravergine di oliva, in particolare quelli provenienti dalle varietà autoctone “Gentile di Larino”, “Rumignana” e “Oliva nera di Colletorto” delle aziende agricole “Tamaro” di Termoli, “Pietropaolo” di Casacalenda e “Tagliaferri” di Sant’Elia a Pianisi, oppure, nel caso della Provincia di Ascoli Piceno, prodotti da varietà diffuse nella zona alla base degli oli monovarietali dell’Agribiologica Cartofaro della frazione Campolungo, non lontana dal capoluogo, dell’azienda “Conca d’Oro” di Appianano del Tronto e dell’Oleificio Silvestri di Spinetoli.

Tra queste varietà spicca l’“oliva ascolana”, capace di dare un ottimo olio, nonostante la sua natura di oliva da tavola, famosa per la sua predisposizione ad essere farcita e poi fritta. Una vera delizia l’”Oliva Ascolana Tenera del Piceno” Dop, unica, che sarà una sicura protagonista dell’evento Non mancheranno i vini più famosi del Molise, quelli di Di Majo, in particolare il pluripremiato “Don Luigi” e il “Sangiovese”, che il mercato americano conosce ed apprezza, unitamente al delizioso “Apianae”. A chiudere la degustazione dei prodotti piceni e molisani, che, insieme alla grappa Nonino del Friuli-Venezia Giulia, ai prodotti della Calabria, ai vini di Fontana di Papa del Lazio ed ai prodotti delle aziende associate alla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ci saranno il Caffè Camardo, dall’aroma inconfondibile, prodotto non lontano da Campobasso, sempre nel Molise ed i dolci preparati dal grande Paolo Caridi, noto pasticciere di Reggio Calabria.

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