FanoOrlandoDimoraTERMOLI – La rocca federiciana di Termoli per i giorni che vanno dal 7 al 15 giugno 2016 diventa la dimora onirica dei due artisti termolesi contemporanei, Maria Grazia Orlando e Gianni Fano. Nella mostra delle loro opere dal titolo “La dimora dei sogni” assurgono a “signori del castello”, ospiti gentili e guide discrete per il visitatore, che si ritrova immerso in una atmosfera magica.

 
Negli spazi dedicati al maestro Gianni Fano ci scrutano severe sculture che sembrano provenire da un altro tempo e da altre dimensioni. Quasi ad ammonirci con la loro severità, reperti austeri di un mondo arcaico ed esoterico. Le opere di Fano, figure sospese e apparentemente emendate dalle leggi di gravità, guardate attentamente, trasmettono una concentrazione e una tensione artistica titanica. Nonostante la durezza del marmo e della pietra (che le compone), esse sembrano ergersi e resistere nello spazio con leggerezza, fino ad apparire sospese ed espanse, trasmettendoci un senso d’immortalità. 

Il castello, in cui vive da incontrastata regina dei colori e dello spazio la pittrice Maria Grazia Orlando, incarna quello ideale che ogni individuo detiene nel suo immaginario, e in cui cerca rifugio quando cerca di evadere dalla stanchezza delle fatiche e delle ansie quotidiane. Dalle opere dell’artista è evidente la gioiosa passione che la pervade, così come traspare il suo feeling con la natura e l’ambiente che ci circonda. Natura, che ben lungi dall’essere rappresentata in senso figurativo classico, viene espressa con linguaggio metafisico e astrattista. Le tele esposte trasfondono un pathos ancestrale, che scaturisce dall’inconscio radicato nella memoria primordiale. Questo l’artista termolese riesce ad evocare e rappresentare magistralmente, nelle sue pennellate decise e nei suoi colori avvolgenti. Colori da cui traspare una luce intensa, che rende i dipinti particolarmente luminosi. Una luce intrinseca,  quella dei suoi quadri, che non ha nulla di esteriore e sembra percorrere come in un lampo quegli spazi siderali, tanto cari all’artista, per approdare negli angoli più reconditi di inaccessibili galassie, per poi disintegrarsi. Dalle tele si percepisce un candore primitivo  ed una sensibilità fanciullesca, che aiutano la Orlando a trasmettere con naturalezza gli stati d’animo controversi e le complessità tematiche, che si alternano nelle sua produzione artistica. Opere esili, velate di malinconia, sovente lasciano posto a colori violenti, che urlano nell’universo cosmico la rabbia repressa ed esplosiva dell’uomo della società globalizzata. I colori che esprimono gioia e dolore, inconscio e coscienza, silenzio e urla, in un continuo e ritmico “motu proprio” trasmettono inequivocabilmente la personalità dell’artista. Un carattere sensibile e al tempo stesso forte, che con linguaggio delicato e poetico ci trasmette i sentimenti, gli umori e le vibrazioni della sua anima.

Il visitatore della mostra sarà rapito in un turbine di sensazioni ed emozioni, che rimbalzando tra lo sguardo e la mente, lo catapulteranno nel mondo fantastico dei colori e dei quadri che costituiscono l’universo della pittrice. Viaggiare all’unisono con l’artista nello spazio tridimensionale (rinunciando a qualsiasi riferimento prospettico tradizionale), esplorare insieme i meandri cosmici scevri del filtro di un ordine esteriore precostituito, immergersi solamente nelle luci e nei colori, costituisce una esperienza indimenticabile. Utile a comprendere con quanta passione e trasporto M. G. Orlando, abbia intrapreso questa meravigliosa avventura di esploratrice dell’anima, della materia, dell’universo, e ad essere partecipi dell’intensa bellezza del suo mondo artistico. Il suo percorso, sostenuto da una forza espressiva e da una inesauribile vitalità, denota modalità nuove e spontanee di vivere e concepire l’arte pittorica, affermandola quale musa dell’astratto cosmico di rilievo nazionale. Una artista unica, una realtà assoluta che (lo ribadisco ancora una volta) merita palcoscenici più importanti e spazi meno angusti di quelli della nostra regione. Termoli deve trovare l’attenzione e la capacità, di valorizzare l’unica delle sue figlie capace di prenderci per mano e farci viaggiare tra gli astri e le stelle.

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