TERMOLI – L’ordinanza con la quale i Sindaci dei quattro Comuni costieri del Molise vietano la balneazione sulle spiagge libere, si traduce, di fatto, in un concetto elementare: “Chi non può permettersi di pagare l’ombrellone ad uno stabilimento privato, deve stare a casa!”
Si prospetta quindi un’estate per soli ricchi, con buona pace di quanti non possono permettersi il lusso di pagare per poter usufruire di un bene che, ci piace ricordarlo, è pubblico.
A sacrificarsi nella fase di “rilancio” saranno ancora, dunque, le fasce più deboli della popolazione – quelle alle quali, magari, non è stata ancora erogata la cassa integrazione – che hanno la “grande colpa” di non godere della disponibilità economica di pagare per usufruire di un bene pubblico interdetto alla balneazione, “a data da destinarsi” alle nuove disposizioni dei Sindaci.
Eppure le soluzioni – come ha sottolineato il segretario regionale Vittorino Facciolla – ci sono, visto che altrove sono state prontamente adottate, per consentire a chiunque di godere del mare ma, soprattutto, per rilanciare il settore turistico territoriale.
Quindi, se non vogliamo far passare l’idea che la Regione Molise, di concerto con i Comuni Costieri, ha predisposto un piano di rilancio territoriale che prevede “la libera circolazione dei soli ricchi”, bisognerebbe in tempi brevi, brevissimi, adottare misure finalizzate a garantire a chiunque, in questo territorio, il soddisfacimento dei propri diritti senza doversi sentire inferiore o discriminato.
Talvolta è più semplice di quanto si possa pensare: basta prendere esempio dalle pratiche virtuose applicate altrove!
Oscar Scurti
Segretario Federazione PD Basso Molise