LARINO – I cittadini molisani interrogano l’assessore regionale all’agricoltura Vittorino Facciolla.  In considerazione del fatto che i cittadini molisani sono venuti a conoscenza del progetto “Granmanze” dopo l’annuncio, ai primi di giugno c. a., dato dal Sen. Ruta in occasione di una conferenza stampa a Larino. Considerato che i suddetti cittadini non sono mai stati coinvolti né informati di un progetto dalle dimensioni spropositate di fronte a una crisi epocale che attraversa il Paese, l’Europa e il Mondo, causata dallo spreco enorme di risorse per progetti segnati da megalomania e incoscienza come quello che s’intende realizzare nel Molise e per uno sviluppo che si è dimostrato insostenibile, contro l’agricoltura e la sostenibilità alimentare.

Ritenuto che tutto il percorso che ha portato alla presentazione del progetto e alla scelta del sito nel Molise per la sua realizzazione, è segnato da silenzio, i cittadini molisani per sapere: – Quando è venuto a conoscenza del progetto della Granarolo? – Quando e a chi è pervenuta la richiesta di una sua realizzazione nel Molise? – Qual’ è il parere dato dalla struttura dei suoi due assessorati? – Quando ha posto all’attenzione della Giunta regionale il progetto per la sua approvazione? – Quando la Giunta regionale del Molise ha approvato il progetto e con quali pareri? – Quali sono gli impegni presi dal suo assessorato e, quindi, dalla Regione Molise?

In particolare se ci sono risorse finanziarie che impegnano anche la Regione Molise oltre quelle dell’Ue e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Se sì, quante e quante sono quelle a carico della Granarolo, dell’Ue e del Governo Italiano. – È vero che per la presentazione del progetto si è resa necessaria l’indicazione del sito e la messa a disposizione di terreni e, nel caso, ha dato la propria disponibilità il Seminario di Larino con i terreni di sua proprietà a Larino in C. da Monte Arcano? – Se sì, perché si parla dei terreni posti lungo il fiume Saccione in agro di San Martino in Pensilis? – In pratica, i terreni scelti sono quelli di San Martino in Pensilis o di Larino? – Qual è la superficie complessiva necessaria per la realizzazione del progetto e qual è quella che verrà cementificata? – Perché una stalla super-intensiva e non 100 e più stalle a dimensione delle aziende, del territorio molisano e delle tradizione millenaria dell’arte casearia della nostra regione così legata alla transumanza?

C’è una valutazione dell’impatto? – Quant’è il carico di letame prodotto? – Quant’è il carico di urine e dove vengono scaricate? – Quant’è il carico di azoto e se è in regola con la normativa vigente riguardanti i nitrati? – Dove verranno prese le professionalità di cui ha bisogno la stalla? – Vista la gamma di alimenti con cui verranno nutrite le manze, dove verranno prodotti? – Quanto viene a costare un posto di lavoro al cittadino europeo, italiano e molisano?
Quali sono la scelte che permettono di assicurare alle 12000 manze uno stato di benessere nel momento in cui si ritroveranno strette l’una alle altre come avviene in tutti gli allevamenti super intensivi e, comunque, di una portata che non ha alcun senso se non il raggiungimento del massimo profitto? – Quali sono i rischi di pesti e epidemie e quanti e quali i medicinali che servono per prevenire tali rischi?

– C’è stata una valutazione sua e da parte di chi con lei ha dato il proprio parere favorevole del valore del territorio messo a disposizione del progetto “Granmanze” e di quanto riceve il Molise in cambio? – È stato preso in considerazione lo stravolgimento di questo territorio e dell’intero territorio molisano sotto l’aspetto agronomico e ambientale?
Larino Viva e R@P, con l’approvazione dei partecipanti, il 22 u.s. a Termoli, alla presentazione del libro “Agricoltura e Territorio”.

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