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Il porto di Termoli con l'antica scala di accesso al Borgo e l'attuale
Il porto di Termoli con l’antica scala di accesso al Borgo e l’attuale
TERMOLI Fu oggetto di due miei articoli quando, bellamente, l’emerito Sgarbi, con la sua proverbiale  arroganza culturale, nei suoi peregrinaggi, giunse a Termoli a spillarci un “contributo monetario”.

Ne riporto brevi stralci. “ (omissis)… E alla fine Sgarbi è arrivato! Come previsto! Ed è venuto a mettere la “lingua” nelle nostre cose. E tutti a dargli ragione. Perché Sgarbi è dentro di noi! E’ come un diavoletto che ci fa dire e fare cose nelle quali, magari, non crediamo ma che pure ci portano verso scelte non volute. Fu questo il motivo che mi convinse a scrivere, nel 2003, quell’atto unico Specciamece, ca stá arrevanne Sgarbe! Questo simulacro della cultura, del potere, è sempre presente e fa in modo che non pensiamo più con la nostra testa. Come diceva il giornalista Massimo Bianchi nella postfazione al mio lavoro: Sgarbi è un archetipo, un simbolo del potere mediatico, del successo, dell’ homo berlusconianus felice e vincente.…E’ un feticcio, più che un personaggio reale”.

 

Il sottoscritto lo criticò argomentando la giusta scelta del comune.

“(omissis) …In essa sono stati rispettati tutti i canoni del restauro architettonico e dell’inserimento del nuovo “manufatto” all’interno del preesistente ambiente storico. Mi spiego meglio. Quando si esegue un’ operazione urbanistico- architettonica in un tessuto soggetto alla Sovrintendenza alle Belle Arti, la soluzione da adottare è quella di “differenziarla” dalla struttura e dall’ambiente esistente usando materiali diversi. Oltre che “tecniche di costruzione moderne”. Nel caso specifico, la scala elicoidale è stata “allontanata” dalle mura con una “passerella” che la precede, ne accentua ancor più lo stacco e fa si che diventi un volume a se stante.

E’ quanto insegnano le teorie di Roberto Pane, docente presso la facoltà di Architettura di Napoli, uno dei più autorevoli professori di restauro in campo internazionale. Forse che il restauro è cambiato? No! Tutti s’intendono di architettura e di restauro! Tutti vogliono esprimere la loro idea. E gli assessori ci sguazzano, ci inzuppano dentro il pane della polemica politica. E’ un problema di cultura: gli esempi nazionali ed internazionali sono moltissimi!

D’altra parte, di contro, a favore dell’intervento, ci sono stati pareri altrettanto autorevoli sull’argomento; come ad esempio: l’Associazione Giudicato Vecchio, Nicola Di Pietrantonio, intelligente nonché preparato architetto termolese, il  pittore Nino Barone, fondatore, insieme ad altri artisti di ARCHETYP’ART, il fotografo Antonio De Gregorio.

Inoltre, al lettore attento, non deve essere sfuggito il rilievo proposto dal sottoscritto, circa l’esecuzione di una scala scavata in trincea, nel terreno, cioè, dietro le mura (quindi non a vista) che, allora, reputai “molto onerosa”. Sarebbe stata questa, a mio avviso, la soluzione migliore: si sarebbe mantenuto intatto il prospetto del muraglione… offeso da una semplice apertura eseguita nella muratura ai piedi della scala che si sviluppava tutta all’interno; come già eseguito nei pressi dell’altra torretta, cosiddetta di Tornola, poco utilizzata e trascurata perché poco funzionale e posta in una posizione scomoda e decentrata”.

Ciò detto, la nuova scala a chiocciola mi piace! Alleggerisce la vecchia struttura eseguita in calcestruzzo armato, che verrà demolita, e contiene una serie di segni architettonici-costruttivi dei materiali che la costituiscono e la nobilitano. In particolar modo è interessante la ricopertura del cilindro portante centrale che sarà eseguita con maioliche del colore delle mura del borgo. Un’ultima nota. Essendo circondata da una ringhiera trasparente, il nuovo rivestimento, dovrebbe evitare che i soliti sfaccendati, essendo scoperti,  la… facciano lì e ci pensino, una volta in più, a lasciare la  loro maleducazione sui suoi gradini.  Infine, parla… ai marinai! L’illuminazione al led vuole significare la presenza di  un “faro”, elemento di collegamento tra il la casa nel Paese Vecchio e il mare,  luogo di lavoro: un trait d’union, che è  caratteristica inscindibile e insostituibile di un Borgo di origine  marinara.